#Recensione:”Addio a Domani” – di Don Diegoh.

Recensisco oggi, l’ultimo disco di Don Diegoh, uscito questo venerdì:”Addio a Domani”.

Don Diegoh, rapper calabrese di Crotone, conosciuto qualche anno fa, tramite il collega: Kiave.

  1. Il disco giusto nel momento giusto.

Vi è capitato anche a voi, che un album di un artista che amate e non, esce nel momento perfetto per descrivere il periodo della vostra vita?

E non lo sapete nemmeno prima di ascoltarlo, lo fate solo dopo, quell’appunto che mettete nell’angolo del cervello, in cui ci diciamo di ricordarcelo.

E niente, poi metti play, e inizia un viaggio nella vita di chi ascolti, che poi leghi con la tua. Con la musica, i testi, le frasi che si adattano e calzano a pennello, mi spiego?

Riuscite voi, che leggete, a comprendere una tale, assurda perfezione? Sembra davvero, in questi momenti che esista un destino, che esista quel famoso allineamento degli astri… sì, sto esagerando, sto diventando troppo poetico, ma è quello che voglio dedicare a questa musica, questo mantra, questa mia religione.

L’album prodotto dall’eccellente Macromarco, uno dei migliori, per me, ha sonorità che ci entrano dentro, che mi fanno sentire abbandonato in una nostalgica intima malinconia.

Infatti, devo dire che è una delle cose che mi fa piacere ai padiglioni auricolari, sono le basi, sono perfette per descrivere i testi di Don, così tanto che se ascoltassi solo le strumentali, lo farei con lo stesso piacere, ne sono sicuro.

Del resto, non è mica la prima volta che conosco e amo il producer, dato che, come detto su, l’ho conosciuto negli album di Kiave, Johnny Marsiglia, i vari ragazzi che fanno parte di quell’ambiente, insomma.

Carissimo, se stai leggendo questa recensione, sappi che c’è un tuo grande ammiratore, che tesse le tue lodi.

E i testi molto profondi, concious del Don, ci accompagnano nel viaggio di: “Addio a Domani”. Mi sento cullato da questa musica, che sento che descrive perfettamente il mio stato d’animo attuale.

Per questo dico che è qui “nel momento giusto”.

PS: l’ho ordinato, spero arrivi presto.

2. Maturità

Ci vuole una certa maturità per ascoltare un disco, sapete? Ultimamente sto notando di apprezzare ancora più di prima, il rap fatto in questo modo, appunto:”Concious”. Quelli che parlano della propria vita, di tematiche che puoi trovare ovunque, ma non allo stesso modo.

Insomma, non sono canzonette: perché anche Don parla d’amore, ma in che modo lo fa? Con malinconia, nostalgia, ma tanta consapevolezza.

Forse sono io, sapete, a pensare e vivere la musica in questo modo, ad apprezzarla e amarla solamente quando riesce a farmi riflettere, a farmi dire, mentre ascolto:”ecco, questa frase ora la faccio mia, è la mia vita, me la porto con me”.

Ma non finisce qui: solo chi ha vissuto certe esperienze, quando le sente sotto forma di arte, di musica, può capirle veramente.

Quindi, già non è orecchiabile, in più, come altro pregio, hanno anche quello di farti riflettere, e rispecchiarti in essa, cosa vogliamo di più?

Sì, sto dicendo che per ascoltare: “Addio, a domani”, non è che devi essere per forza “alto così”, ma quasi. Diciamo che chi non ha vissuto, o saputo vivere certe cose, non potrà comprenderle appieno.

Siamo in un album che è un po’ come un “risveglio”, come dice lo stesso Don:
“I giochi sono finiti”.

È chiaro che questo disco possiede la consapevolezza di una persona che è diventata ormai uomo, appunto, non siamo più bambini, ed è giusto accorgersi, rendersi conto che ci sono tante cose che non ci saranno e non torneranno più.

Mi sono rotto le palle degli interrogativi”.

Questa musica ricorda anche a me, che il tempo dietro certe cose è finito, che il tempo di sperare in qualcosa è giusto che si concluda, sì, come prima, questo album lo sento molto “mio”.

3) Flow & assenza di feat.

Non è sempre stato eccellente il flow di Don, questo penso lo sappia lui per primo, ma questo non è un necessariamente difetto, e tantomeno non lo è nel disco.

Da quando lo conosco, comunque, so che non è il suo punto forte, infatti, lo amo per altre cose, e le ho già elencate.

Questo però, se vogliamo trovare un difetto in questo album eccellente, potrebbe essere il solo, però, devo dire che è migliorato rispetto ai precedenti, anche se di poco.

In più, ho notato l’enorme assenza di Feat, tranne in “Sai”, con Christian Nife:

Metto i Ray-ban,

Così nessuno può guardarmi l’anima”.

Scelta interessante, non capita più di trovare album senza un sacco di collaborazioni, e, del resto, gli ultimi che ho recensito ne erano pieni zeppi, infatti mi fa un effetto strano.

Concludendo: vi consiglio di ascoltarlo, la qualità è indiscutibilmente elevata, e mi spingerò a dargli un voto pieno: 10/10.

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