Cosa dovrei fare, in fondo? Quale sarebbe il mio compito, qui? Sembra che Dio o chi per lui, voglia ribadirmi dei concetti.
Ho a che fare con cose che non gradisco, laddove non c’è l’amore, il ricambio di un sentimento, è sempre più facile gestire le nostre emozioni.
Ci scontriamo con chi ha un’eccessiva esuberanza nei nostri confronti. Mi domando perché io mi debba continuare a sentire a disagio.
<< Dio, guarda che ho imparato la lezione. Non c’è bisogno che ribadisci i concetti, mandando persone che non gradisco. E poi sono situazioni totalmente diverse, io mica mi sono comportato allo stesso modo.
Sai, fin troppe persone dovrebbero ringraziare il cielo se io sono una persona che non tratta male gli altri, anche quando vengo infastidito particolarmente.
Dio santo, smettessero di mettermi le mani in faccia, di avere atteggiamenti inutilmente gentili e premurosi, come se stessero parlando con uno che è incapace di tenere cura di sé stesso.
E se non ce l’ho per alcune cose, pazienza. Sbaglierò e imparerò a correggermi, non ho bisogno di nessuno.
Non voglio avere bisogno di nessuno, se non di me stesso. >>
Proprio le situazioni che ho vissuto mi hanno cambiato. Forse sono diventato quello che io stesso negavo e disprezzavo.
Forse sono io il “cinico e razionale”, ora. E sono anche colui che non dà importanza a queste cose.
Perché sono stanco.
So che non provo emozioni come prima, so che non voglio neanche pensare. Le paranoie le scaccio via sempre più in fretta. Non voglio guai.
Quindi se qualcuno rompe i coglioni glielo dico, glielo faccio presente con parole e linguaggio non verbale.
Insomma, stammi lontano, perché non mi interessi, e prenditi meno confidenza, non mi conosci. Mi vuoi già bene, ma io non ne voglio ancora a te.
Il problema è che questi pensieri, sono gli stessi che, a quanto pare, altre persone hanno avuto nei miei confronti. Mi domando dunque cosa sia la cosa giusta da fare.
È ipocrita da parte mia comportarmi e ragionare come chi ha fatto male con me, non vorrei mai essere portato al punto di dovermi incazzare con chi, alla fine, non sembra essere male intenzionato.
Infatti, se dovrò essere spinto a farlo, userò sempre un approccio gentile, razionale, senza accusare, senza minacciare, senza “denunciare”.
Sarò convinto sempre che ci sia un modo migliore per risolvere le cose: io, sempre convinto che il dialogo sia la migliore modalità.
Tuttavia prenderò le distanze da chi mi crea problemi.
Più passa il tempo, più capisco che ormai c’è sempre meno cuore, anche meno cervello. In me sta predominando l’istinto, la corporeità, la voglia di vivere normalmente, senza soffermarsi a rimuginare.
Invece di pensare faccio e basta, e se a qualcuno non va bene, fanculo. Che me ne frega? Non starò qui a vivere nella prigionia di chi vuole che io mi accontenti, mettendomi con chi non mi piace, quindi, condannandomi ad una vita di sofferenza che mi infliggerei da solo.
Preferisco passare il resto dei miei giorni a farmi le s***e, e/o da solo, piuttosto che stare con chi non voglio. È chiaro?
Mi hanno bombardato con i loro pensieri di come dovrei vivere, in generale. Le mie emozioni, la mia vita, il modo di pensare.
Hanno praticamente tentato di imprigionarmi, dicendomi che dovevo essere più severo con me stesso, laddove dovevano insegnarmi ad amarmi.
Ed è proprio grazie a questi modi di fare che o capito, ci sono riuscito, sono maturato e mi sono liberato di tutte queste presenze tossiche.
Ormai ho raggiunto la mia autonomia di pensiero, non vivrò in preda agli altri e di ciò che vogliono.
Ho sofferto molto, ma devo ringraziare proprio queste persone, questo loro modo di fare, se mi sono evoluto, se sono cambiato. E non l’avrò fatto per niente o per retrocedere.
Non mi sono messo a riflettere su una questione per tanto tempo, solo per ritrovarmi dall’altra parte.
Lo stesso amore che stavo dando, che avrei voluto dare ad una persona, ora l’ho rivolto verso chi mi vuole bene davvero, e quindi, soprattutto, verso me stesso.
Quindi non esiste che io faccia mai ciò che mi rende infelice, passando tempo a chiedermi se a qualcuno piaccio, rompendo i coglioni, cercando sempre conferma come ho fatto in passato.
Quelle parti di me sono morte.
So che ora, paradossalmente, trovo molto più attraente il carattere delle persone che mi hanno respinto, ora forse saremmo molto più compatibili.
C’è da chiedersi se ora, però, non avendo la stessa passione, potrei innamorarmi di lei.
Sempre troppo presto o troppo tardi… quello che so, è ce chi ama, non giudica, non accusa. Se ci sono problemi cerca sempre un modo ragionevole, come detto prima, di risolvere le cose.
O come chi ha manipolato le altre persone, dettandogli modi di comportarsi. Sì, insomma io e te siamo vittima della stessa cosa. Si continuerà a negare in eterno.
Ma grazie a mie esperienze e di amici ora conosco la verità.
Continuerò ad andare avanti.
Chissà chi potrà mai stare al mio passo?
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