Benvenuti alla prima recensione musicale dell’anno, e buon anno!
Ogni sabato alle 19.00, una recensione musicale, su cose nuove o vecchie, musica italaina, internazionale, commerciale e undergroud.
“Volare” di Coez:
Oggi recensiamo: “Volare” di Coez, uscito nel 15 novembre 2021, che ho ascoltato solo da poco.
Album che vanta grosse collaborazioni, come Neffa, Guè. Noyz Narcos, Gemitaiz e i “vecchi” Brokenspeakers.
Si comincia con una intro molto carina:”Wu-Tang”
“Sorry, ma’
Stavo nuotando fra gli squali, ma per arrivare qua
Ho una canzone nella testa e la canzone fa: “Ra-ta-ta-ta”
Il paradiso non esiste, però l’inferno, cazzo, se ci sta
Non essere così triste per chi se ne va”
Le sonorità sono molto leggere ed orecchiabili, ma secondo me anche un po’ ripetitive. Il pezzo con Neffa è molto piacevole e scorrevole:”Cerchi con il Fumo”, ma… Coez, che un tempo faceva parte dei Brokenspeakers, ora ha deciso di fare questa musica fin troppo romantica, smielata, indie.
Ma se in “Faccio un Casino”, mi era piaciuta, questa volta mi è sembrato anche fin troppo monotematico, sia con i testi, sia con la musica. Sinceramente ho ascoltato più volte ed è tutto noioso, scialbo. Non dico di restare a fare underground rap, ma almeno di variare un po’.
Mentre sentivo il disco pensavo dopo diverse canzoni: “sì, Silvà abbiamo capito!”
Le poche canzoni in cui possiamo dire in cui questa cosa non c’è sono “Ol’ Dirty” con Noyz Narcos e “Casse Rotte”, che insieme a quella di Neffa sono le mie preferite, per il resto, sinceramente sono stato un po’ deluso…
Mi piace Coez, ma devo evidenziare questo enorme difetto in questo disco, che serve fare canzoni molto simili tra loro? Sappiamo che verrà ricordata una sola come “le luci della città” e “Faccio un Casino”, e ci saranno quelle donne (sì non solo ragazzine ma donne a tutti gli effetti), che si ricorderanno e conosceranno quelle due-tre canzoni in croce, che passeranno i sabati sera in posti come il Cafè Retrò? Maddai!
Non credo che ci sia bisogno di fare un intero album così, per avere successo. Infatti, “Faccio un Casino” era molto diverso…
Che Coez abbia pensato che per fare soldi e successo deve quasi per forza, percorrere una tale strada musicale?
Mi piange il cuore, sinceramente, dopo essere stato (e ancora sono) fan suo e dei Brokenspeakers per anni, vedere persone che sono palesemente ignoranti musicalmente, e cantano quelle due canzoni lì.
Persone che fanno le finte depresse, e malinconiche, facendo credere che vogliano davvero un po’ d’amore, quando in realtà è voglia di… cose più superficiali, diciamo… perché loro stesse rimpiangono quell’amore nelle canzoni, ma sono le prime a non cercarlo mai.
Come direbbe Guè:”Come fare ad amare per finta?”
Insomma, Silvano è bravo, ma questo suo essere monotematico stanca gli ascoltatori più attenti. I “vecchi” fan come me, si stancano.
Vi dico che non c’è quasi nessuna traccia che mi ha colpito, che sono tutte quasi uguali. Se il target sono le donne finte-depresse e finte-malinconiche, beh… ci ha preso.
L’unica canzone
che è stata capace di darmi qualcosa è stata “Casse Rotte”, con appunto i Brokenspeakers al completo, che ha risvegliato oltre alla nostalgia, che un po’ del “vecchio” Coez.
La base è bellissima, credo sia stata fatta dal buon Ford78.
La base ha questo bel suon malinconico e nostalgico di chitarra, e i “ragazzi”, rappano, sono là, a dirci, che anche se si sono sciolti, ci sono ancora, sono ancora fratelli:
“Dimmi che c’è un posto davvero
Anche questa la passeremo
E dalle mie casse rotte
Usciranno i cori
Dimmi che c’è un posto davvero, davvero
Anche questa la passeremo, sereno”
E come al solito, la mia strofa preferita è del buon Lucci:
“Ehi, cala la notte, ma il sonno non viene qui con lei
E ‘sti caffè sicuramente non m’hanno aiutato
So’ quattro giorni che ho sempre lo stesso pezzo in play
Ma penso ad altro e ancora non l’ho imparato
È il tempo quello che ci manca troppo spesso
Quando ce ne hai troppo
Troppo spesso non sai neanche usarlo”.
Che dire, Silvà? Ti piace fare musica, sei bravissimo… Continua anche con questo stile, ma cambia un po’: barcamenati tra “vecchi” e nuovi fans, come in “Faccio un Casino”, insomma.
Ti voglio bè.
6/10 solo per casse rotte, mi dispiace ma è stata una vera delusione, e i motivi li ho spiegati. Si deve cambiare un po’ il repertorio, prima di rischiare di finire in qualche dimenticatoio, alla Ligabue o Vasco Rossi, in cui si ricorderanno solo le vecchie canzoni, rimpiangendo le vecchie, senza mai attirare le nuove leve.
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