Finire dove tutto è iniziato.
ATTENZIONE: si precisa che, come altri racconti del blog (poesie incluse), questa è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, eventi, reali (varie ed eventuali) è puramente casuale.
Dato che nessuna delle persone descritte esiste realmente, e quindi non vive le sperienze descritte. (Ovviamente).
In questa pagina trovate tutte le puntate, e qui la precedente.
Stiamo quasi giungendo alla fine, questa è la penultima puntata.
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Episodio 39:
Il gruppo stava in silenzio, Valentino non capiva cosa stesse succedendo.
Supermarco guardava sia Giorgio che la sua compagna, il silenzio attraversava l’aria.
Così fu, fino a quando l’uomo smise di mettere a posto i suoi strumenti e disse a tutti:
- Beh, birretta?
Lo seguirono tutti, senza fiatare. Aveva qualcosa di familiare, aveva qualcosa di estremamente carismatico.
Andarono tutti insieme al Pratello, al Dé Marchi. Valentino salutò tutti lì, lo conoscevano, da lungo tempo.
Stefano notò la sua barba perfetta, nera e grigia, non troppo lunga né troppo corta. Il suo gilet grigio, la camicia bianca, ed un’estrema e razionale calma.
Si sedettero, e domandò a tutti:
- Cosa succede?
Gli raccontarono, a quel perfetto sconosciuto, tutta la storia, mentre bevevano. L’uomo si era offerto di pagare. Sembrava contento.
Gabriella non aveva idea di ciò che aveva combinato il compagno, ma non si spaventò, non aveva l’istinto di scappare via. In qualche modo, la presenza di Valentino, calmava tutti, lei compresa.
Supermarco ebbe l’istinto di domandare:
- Secondo te, un criminale… può redimersi?
- Oh, che domanda buffa da fare, proprio a me. Sapete, molti anni fa, ebbi a che fare con alcuni della peggior specie, anche molto peggio di lui. Eppure, alla fine, vi sembrerà strano, ma erano i miei migliori amici.
- Sul serio?
- Sì, ma non è il momento di raccontarlo. Ehi tu! – Disse, rivolto a Giorgio, – Come mai tutta questa passione per il fuoco?
Dopo qualche istante, rispose:
- Da giovane, proprio in questa città, facevo parte dei gruppi di protesta. In realtà avevo partecipato anche al G8. Mi piaceva bruciare le cose, era per me una grande forma per dare vita alla mia rabbia, alla voglia di urlare tutto quello che non mi andava mai bene. Mi rendo conto di come certe cose possano avermi reso… un po’ un mostro. Però, credo di poterlo fare di poter scacciare i miei demoni. Ed è stato incontrando proprio Stefano che ho potuto cominciare a farlo. Una persona come lui… ha un grande potere.
Dopo aver finito di parlare, Gabriella strinse la mano al suo uomo, così fece anche Silvia con Stefano.
Quant’era fortunata, ad aver capito di aver ripreso una persona così buona? Peccato che per anni non l’avesse mai capito.
- Mi credi, giovane? – Domandò Giorgio a Supermarco.
- Non so, credo di sì. Ma adesso, mi sembra strano, dopo averti inseguito per mezza Italia… Proprio qui. Io e te siamo come legati dal destino… Quell’incontro sul treno, all’inizio.
- Se hai studiato lì, magari ci siamo visti sempre, senza saperlo, se studiavi in biblioteca…
- Così facevo, sì.
Altro silenzio.
- Finisce così, dunque? – Domandò Ugo.
- No. – Replicò Giorgio. – Ce l’hai con me per i danni al vostro ristorante? Ti risarcirò, anzi, tieni.
Subito gli diede qualche centinaio di euro, per dimostrare la sua buona volontà.
Silvia rise, e facendo eco al ragazzo, disse anche lei:
- Finisce così, dunque?
- No. – Disse Valentino. – Possiamo continuare a bere, e fare amicizia. Siete nel mio “regno”. E poi, perché non tornate a Torino, eh? Però non subito. Io ho una casa per fatti miei, qui. Anche se vivo in Calabria con la mia famiglia… Ma io qua ci torno spesso. Per ritrovare la mia famiglia Bolognese. La mia seconda famiglia. Non ho abbastanza spazio per tutti, ma… Restate un po’, vi va?
- Sì, ok. Ma perché andare a Torino?
- Per finire tutto dov’è iniziato. – Affermò Valentino.
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