La serie tv de “Gli anelli del Potere” è stata ampiamente criticata. Affermo fin da subito il mio disaccordo verso queste critiche che dicono che sia stata brutta per il solo motivo che non sia stata canonica o che non tutto sia proveniente dalle opere di Tolkien.
Io penso che queste cose succedano quando si è prevenuti e quindi si guarda una serie tv guidati da questo sentimento di pregiudizio e quindi si vedono solo le cose negative, si fa troppo caso ai dettagli che sono separati o non del tutto congruenti alle opere dello scrittore britannico.
Ma io penso che queste cose, seppure possano essere importante, non possono determinare la bellezza della serie tv che a mio modo di vedere non ha avuto particolari difetti. Avrei capito se le critiche sarebbero state sul cast, sul modo in cui è stata filmato, effetti speciali, cose di natura tecnica, invece la serie è molto bella da questi punti di vista: sa intrattenere, gli attori sono stati bravi, la trama non presenta particolari buchi ed è stata intrattenente e scorrevole.
Dalla prima puntata all’ultima di tutte e 8, anzi, si viene coinvolti nell’atmosfera della terra di mezzo, con tutte le bizzarre creature che ci vivono.
Avevo anche sentito lamentele sugli elfi di colore, nello specifico immagino Arondir, che però è un bel personaggio, tra l’altro.
Cioè la cosa che mi stupisce è proprio leggere spesso critiche o osservazioni spesso non del tutto correlate al prodotto o alla serie, alla sua qualità, alla sua capacità di farci coinvolgere. Invece di prendercela con amazon che secondo alcuni, sta “rovinando” il signore degli anelli, dovremmo farci rapire da questo mondo, magari anche con nostalgia.
E mi viene anche un po’ da ridere, perché “Gli Anelli del Potere”, anche se è la sola serie che esiste, non è neanche il primo ad avere queste famose incongruenze o mancanza di canonicità.
Vogliamo dire anche che lo stesso “Lo Hobbit”, i tre film, hanno messo cose dentro per allungare il brodo, anche se canoniche? In quel caso però non si lamentava nessuno.
Una trilogia di film nata per un libro che era la metà della metà di quella del signore degli anelli, mah.
Anche nei videogiochi succede, come in quello che vi ho recensito qualche tempo fa: “L’ombra di Mordor”, ma anche in quel caso nessuna caccia alle streghe. Come mai?
E sento che Pter Jackson vorrebbe denunciare Amazon, come se ad aver creato “Il Signore degli Anelli” sia stato lui.
Deve solo ringraziare Tolkien per il successo, secondo me! Anzi, qualcuno potrebbe essere curioso dopo aver visto la serie e spingersi a guardarsi i suoi film.
Mi viene il sospetto che la verità è che rosica perché non è stato lui a fare serie tv o film, che amazon l’abbia, per così dire, escluso.
La serie è fatta veramente bene, ci trasporta nella seconda era, una specie di prequel del signore degli anelli, e forse anche de “Lo Hobbit”.
Sono puntate di un’ora circa l’una e ci presentano diversi personaggi ognuno con la loro storyline, Galadriel, Nori, Arondir, Isildur, che si intrecciano tra di loro.
Lo scenario che ci presenta la Terra di Mezzo è ben fatto, ottimi effetti, soprattutto quando ci fanno vedere Numeror.
A parte questo mi è piaciuto come sanno tenere attenti le persone, senza farci perdere il filo, una trama non troppo complicata, con qualche colpo di scena ed interessanti risvolti.
Cioè io l’ho vista senza questi preconcetti e quindi mi è piaciuta, anche tanto, senza tanti giri di parole.
Se qualcuno guarda una serie senza pensarci troppo, può godersela davvero, quindi questa recensione in effetti è più una critica alle critiche, perché veramente non c’è altro da dire: è bella, ve la consiglio, perché l’analisi che faccio è proprio qeusta: non ha particolari difetti su cui riflettere, anzi, tutt’altro.
Racconta la storia dei personaggi, in modo molto bello, dettagliato. Questi nuovi attori, non fanno rimpiangere i vecchi.
La stessa Galadriel è molto simile e viriamo un attimo sugli SPOILER (ATTENZIONE) della trama:
il fatto che Sauron sia stato qualcuno che non si sospettava fino alla fine è per me indice di qualità, altroché, oltre al fatto che per me ci trasportano nel mondo della Terra di Mezzo, in un modo che ci sentiamo davvero, coinvolti.
E questa è, in pratica. E fine, fatemi sapere la vostra.
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La nuova serie targata netflix è un capolavoro, molto ben fatta e di ottima qualità, con ottimi attori/attrici e un budget molto ben speso ma.. troppo influenzato da fattori esterni? parliamone insieme!
Conoscevo questo “Sandman”, per fama del fumetto, ma erano solo accenni, prima che uscisse la serie, poi ho approfondito, decisamente.
La nuova serie prodotta da Netflix, narra le vicende del dio dei sogno: Morfeo, che come viene detto anche nei fumetti, viene imprigionato dagli umani, tramite un rito magico, che l’avevano inizialmente scambiato per la Morte, per ottenere l’immortalità.
Riuscirà a liberarsi dopo qualche secolo, e nelle prime puntate, dovrà cercare e trovare i suoi strumenti magici che gli sono stati rubati.
Senza stare qua per troppo tempo a riassumervi la trama, potrei fare qualche spoiler per approfondire al meglio questa serie, che mi è piaciuta molto, quindi vi avviso, potreste trovare qualcosa sulla trama, leggetela dopo aver visto la serie, questa recensione.
So che è stata una serie parecchio costosa, ma questo si evince dalla qualità e dal “potere” di tutti gli effetti speciali.
Infatti, la qualità di essi, e di come è stata girata è palese, invece di vedere una serie, per certi versi, sembra di vedere una serie di film, di ottima qualità.
Il dio del sogno è una creatura molto silenziosa, introversa, riservata. Piuttosto severo, ma anche dotato di una grande determinazione, come quella di ritrovare assolutamente gli oggetti che gli mancano, perché potrebbero fare qualcosa di molto pericoloso, nelle mani sbagliate.
Morfeo è una figura umana, dalla pelle molto pallida, e un modo di fare e look molto da “emo”, se così si può dire.
Ha un modo di parlare praticamente, sempre pacato, calmo, anche quando deve infliggere le sue punizioni.
Nelle puntate iniziali, come detto, cerca i suoi oggetti smarriti, fa conoscenza di un personaggio che molti di noi conoscono bene, ma in questo mondo è una donna: Joanna Constantine (versione femminile di John), anche lei esperta del soprannaturale, interpetrata dall’eccellente Jenna Coleman (Clara in Doctor Who).
Qua faccio un’annotazione: è palese che alcuni personaggi, creati come maschili, abbiano cambiato genere, ma anche altre caratteristiche.
Ad esempio, anche Lucien (in questo caso Lucienne), è donna e di colore. Cosa c’entra direte voi? Ci torneremo più avanti, per dirvi la cosa che mi perplime di più della serie TV ee d , in realtà come e DOVE stia andando il mondo.
Morfeo si muove tra il mondo dei sogni, la terra e altri luoghi fantastici, infatti ad un certo punto andrà all’inferno.
L’ambientazione di questi luoghi è stata curata fin nei più piccoli particolari, stiamo parlando di una serie fantasy, in cui ci sono molti elementi di folklori e ispirati da altre grandi opere.
La serie, oltre ad essere fatta visivamente bene, pone anche alcuni quesiti morali/filosofici: nell’inferno, Morfeo per poter recuperare la sua maschera, dovrà sfidare Lucifero, in questo caso, l’angelo caduto ha un viso da donna, com’è giusto, in fondo, gli angeli non hanno sesso, quindi non c’è modo di identificarlo, ma poco importa, perché come praticamente tutti gli attori, e attrici, è ottima a svolgere il suo ruolo.
Però mi ha colpito, perché per me è stato molto particolare, un viso molto gentile, in contrasto con la figura che è il diavolo, di fatto.
In questa lotta, creano dei mondi immaginari, in cui ognuno dei due dice cos’è, Morfeo la spunta perché dice che è la speranza, e nulla può battere la speranza.
Interessante, è davvero così? Ma la mancanza di fede o la disperazione non possono essere considerate tali?
“La speranza è l’ultima a morire”, o non muore mai? Chissà.
Alcune puntate, sono state fatte, per la maggior parte, senza che Morfeo comparisse, se non alla fine, come quella in cui deve recuperare il suo rubino, che possiede però il figlio della donna che gliel’aveva rubato, che è un po’ pazzo, proprio per colpa della madre.
Il suo nome è John Dee.
Ella era l’amante di colui che aveva imprigionato Morfeo all’inizio, quell’uomo (Roderick Burgess, interpetrato da nientemeno che da Tywin Lannister ovvero Charles Dance), gli aveva detto di abortire, lei ruba i manufatti del dio dei sogni e scappa.
In una puntata, il figlio, ormai invecchiato, in una tavola calda, con il rubino (che è uno degli oggetti di Morfeo), modifica le vite delle persone, portandole, pian piano a non mentire, quindi a non trattenersi più.
Alcune persone vediamo che si liberano dalle loro stesse catene, che in un senso potremo vedere come positive, ma dopo si esagera al punto che diventano anche troppo senza limiti e quindi iniziano ad uccidersi, cosa su cui puntava fin dall’inizio John, dato che sembra proprio che sia un serial killer, gli piace uccidere, e lo fa in questo modo con il rubino, senza nemmeno farlo lui in prima persona.
E pone dei quesiti, come il non mentire e dire sempre la verità, secondo lui, porti ad essere ciò che si è veramente.
Ma la verità, sembra che il rubino, modificando la realtà, intrappolandoli in quella tavola calda, li forzi e li costringa a diventare in quel modo, quindi non c’è nulla di “nobile” nelle sue azioni.
Le persone vengono trasformate in creature prive di razionalità, e quindi sempre più animalesche e prive di pensare, anche a sopravvivere.
Quando Morfeo lo trova, lui dirà di averle liberate, di voler fare così con tutto il mondo. Il rubino ha il potere di rendere i sogni realtà.
Proverà ad uccidere Morfeo, ma per fortuna, il rubino che si romperà, era un contenitore del vero potere di sogno, quindi il nostro protagonista è vivo.
Risparmia, per così dire, l’uomo, ma comunque lo punisce.
Un personaggio quindi, che si pone anche come giudice, non si limita al suo mondo dei sogni, che dovrà ricostruire.
Si scopre, dopo, che i guai di Morfeo sono stati tutti causati dal complotto di suo fratello Desiderio, perché, evidentemente lo odia.
(Da notare che sono tutti fratelli con la D: Dream, Death, Desire…in inglese)
Egli sarebbe il principale cattivo della serie, anche se in questa prima parte, sarebbe più coretto dire che si Corinzio, l’incubo scappato dal mondo dei sogni, ribelle al suo signore, perché uccide gli umani, e un serial killer che cava gli occhi delle sue vittime e ha come scopo impedire il ritorno del suo signore e ucciderlo, per essere libero.
Nella seconda parte, Morfeo cercherà coloro che sono scappati dal suo mondo, che sono in qualche modo tutti collegati alla nuova “minaccia” un vortice, una creatura umana dotata del grande potere (non si sa come) di sconvolgere il mondo reale e dei sogni, rischiando di provocare un collasso delle realrà e quindi anche la fine del mondo.
Colei che lo possiede, Rose, verrà manipolata (perlomeno, ci proveranno), nel tentativo di farle uccidere Morfeo, non succede, per fortuna.
Ma ci sono delle puntate staccate dalla trama, come la mia preferita, la sesta “The Sound of her wings”, in cui un umano, proprio in presenza di Sogno e sua sorella Morte, dichiara di non voler morire mai.
Morfeo gli lancia la sfida di vedere se avrà mai voglia di morire, e quindi decidono di vedersi nello stesso posto ogni cent’anni.
Dal 1500 in poi (mi sembra) i due si vedranno nella stessa taverna, il mondo cambia, come la vita del personaggio, che passa dal ricco, a l povero e in mezzo a tanti guai.
In qualche bizzarro modo fa amicizia con Morfeo e lo ritiene tale, anche se il dio non rivela mai la sua vera identità.
Però, come sappiamo, Morfeo è stato imprigionato, quindi mancherà ad un appuntamento, e il personaggio, Hob Gadling, siccome l’ultima volta avevano litigato, sarà un po’ preoccupato.
È molto bella questa puntata, perché Morfeo, che ha apparentemente un cuore di ghiaccio, si è veramente affezionato a questo umano.
Si vede come sta fermo a fissare la taverna in cui si erano sempre visti, immerso nei ricordi. Questa taverna è chiusa, ma Morfeo ritrova comunque il suo amico e gli dirà: “non è decorso far aspettare gli amici”.
Quindi ci sarà una riconciliazione dei due.
Insomma, tutto molto bello e ben curato, c’è solo un dubbio: come il politicamente corretto stia un po’ esagerando, corrompendo certe cose.
Secondo me alcune scene e personaggi sono forzati, forse anche non utili ai fini della trama, e poco altro.
Una scena in cui un personaggio omosessuale canta e balla, vestito da donna. È una scena senza particolare importanza, che sembra più gridare orgoglio dei LGBTQ, più che il resto.
Fin troppi personaggi con troppi orientamenti sessuali, forzature per far vedere al pubblico quanto sono sensibili.
Ma questa per me è innanzitutto ipocrisia, si capisce che lo fanno sia per non ricevere critiche (per me inutili) dalle categorie, sia per poter avere un guadagno economico.
Per me è sbagliato fare in modo oche sia il mondo dell’intrattenimento a fare da rappresentante, soprattutto non così.
Non ho nulla contro gli attori, ce l’ho con la forzatura e il fatto che essere costretti ad agire un modo, possa, in un qualche modo, corrompere le caratteristiche dei personaggi e la storia, rischi di non poter gestire e creare personaggi liberi da qualsiasi forma di correttezza, se non la propria. In fondo, stiamo parlando di una storia di fantasia.
In più non mi piace come questo rischia di fare l’effetto contrario: invece di sensibilizzare, sembra di vedere una prevaricazione, una silenziosa dittatura che ci fa vedere un mondo, che nemmeno esiste.
Combattendo un potere, con altro potere, insomma.
Io dico che ci sta creare personaggi non tutti “etero e bianchi”, ma crearne troppi, non è forse esagerato? Non rischi di far fraintendere? Il mondo dell’intrattenimento deve davvero occuparsi di queste tematiche?
In fondo non sono due facce della stessa medaglia? Alcune persone vogliono vedere le coppie omosessuali nello stesso modo in cui i bigotti vogliono vedere la “famiglia tradizionale”.
Secondo me no, come il calcio. Spesso si rivelano parecchie ipocrisie, come il mondiale alle porte, svolto in un mese davvero inusuale, nel pieno delle stagioni e in un paese che ben poco rispecchia le uguaglianze tanto predicate in giro.
Ma si sa, chi predica bene…
In realtà, questa ultima critica non è rivolta allo show in sé, ma al mondo intero.