Ora credo che sia tempo di dire le cose in modo diverso, non è sempre facile razionalizzare, alla lunga, però, lo si fa, almeno così faccio io.
Perché? Il motivo è presto spiegato: non ritengo mai di avere la ragione o il torto nella sua totalità, devo imparare, devo capire perché alcune cose accadono.
Capisco ad esempio, che la mia fissazione/ossessione verso una persona, non sia stata causata da ella in sé, bensì da qualcosa di pregresso.
Prima che incontrassi l’ultima, avevo ancora in menta un’altra, anzi, era quasi passata. Però, la “nuova” ha solo sostituito la precedente, ma la verità è che non avevo curato a dovere la precedente “malattia”.
Per questo ho avuto di nuovo dei meccanismi, ahimè, in parte anche involontari, che mi hanno fatto comportare in modi simili, senza che me ne accorgessi, ho dato per scontato che siccome non pensavo più alla persona “di prima”, ero fuori pericolo.
Ma… mi sbagliavo. Perché una malattia si deve curare con le medicine ed io pensavo che passasse da sola, ma a volte, in tal caso, non la risolvi del tutto.
In questo periodo ho un’otite, piuttosto intensa, ad esempio. Mi ero rivolto a due dottori che sostituivano il mio, che pensavano avessi solo cerume, ma in realtà c’era un’infezione.
E se io non fossi andato a farmi una pulizia del tappo di cerume, e avessi continuato a prendere le gocce dette dai due dilettanti, avrei continuato a stare male, l’otorino giovane lì mi sgamò l’infezione e mi ha detto cosa prendere, ed ora sto un po’ meglio.
È stato uno dei peggiori dolori provati, ma vedete, se non ci avessi pensato, ora non sarei nel cammino di guarigione.
E prima d’ora non mi ero accorto che la cura non era esattamente quella che mi immaginavo: certo, la cosa migliore da fare, e ne sono profondamente convinto, sarebbe ricostruire un rapporto, perdonarsi, fare pace, dopo le liti, ma questo mi sa che è secondario rispetto a guardarsi dentro.
Se noi siamo la nostra malattia, possiamo diventare la nostra cura, la nostra medicina.
Quindi se ti accorgi che stai continuando a pensare alla stessa cosa, nonostante le razionalizzazioni, se ti accorgi che stai continuando a dare importanza alle cose che non le meritano… è una cosa che parte da te.
Ed è parte di t e, di conseguenza.
E qual è la cura? Pensavi che fosse trovare un modo per parlare con chi hai litigato? Beh, sì, peccato che non lo consentono.
E quindi? Non resta altro da fare che cercare dentro di noi, e sapere che devi e puoi andare avanti usando le lezioni apprese, puoi diventare una persona migliore.
Ed ho solo una certezza, che ora potrei davvero costruire un rapporto con chi ho litigato, così come so che non succederà, molto probabilmente, mai.
Però ora ne ho gli strumenti, ora mi sento di diventare più “me stesso” che mai. E capisco di essere molto più razionale di quanto non fossi mai stato prima, altro che lei è una “Molto razionale”. È stato facile pensarlo in un momento di fragilità emotiva, ora però beh, credo di vincere io sul lungo periodo.
Non c’è razionalità se le persone non ragionano in maniera oggettiva, se non analizzano, se ti escludono, si incazzano e ti buttano fuori dalla loro vita, senza nemmeno sentire la tua, senza darti insomma, la possibilità di difenderti.
Non c’è razionalità, perché, molto semplicemente, non c’è ragione e ovviamente, una cosa non può escludere altra.
A mio parere, non vedo alcuna razionalità, ma una diversa forma di bullismo, screditando, di fatto, le mie opinioni e pensieri, pensando che siano solo cavolate.
Siccome non erano d’accordo o pensavano che non ci fosse una precisa “ragione” di comportarmi in un modo, non solo mi hanno detto che avevo torto in malo modo, ma hanno anche screditato i miei pensieri e sentimenti, come se non fossero nulla.
Per loro, questo è certo, ma beh, non vedo differenza tra loro e un gruppo di bulli che mi prende in giro, e forse, dopo, mi prende pure a calci.
Violenza verbale, dotata di una brutalità uguale a quella fisica.
E con tutta la responsabilità e la consapevolezza di aver sbagliato che mi prendo. eh. Ma ho già detto in numerose altre sedi che mi dispaic e sono pentito, sono consapevole dei miei errori.
Insomma, ho svolto il ruolo dell’emarginato per l’ennesima volta in vita mia, forse dovrei smettere di cercare di smettere, appunto, di esserlo e vestirmi di questo ruolo una volta per tutte.
E beh, in fondo mi son detto che non c’è niente di meglio che fare le cose per me, come appunto, guarirmi, perdonare… tanti anni fa non avevo pensato minimamente a stare meglio, a cercare una cura, ora lo sto finalmente facendo.
Chissà, se ora… allora, andrà diversamente? AHAHAHAH… Ma un po’ di pace è ritrovata, mi piacerebbe anche una differente ricompensa da quella che ho trovato da me.
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