Maurizio Sarri, un uomo di diverse sfaccettature, che sembra un cavernicolo, ma in realtà è proprio questo suo essere “al di fuori” degli schemi che lo rende interessante ed affascinante.
Ormai anche lui è un personaggio, che sia stata cosa voluta o meno, dato che il calcio può caratterizzarsi anche di quelle particolarità, di quei vizi, di quei tic che hanno tanti allenatori…
Ed è anche per questo che lo apprezzo: dissacrante, fuori dagli schemi, che ha la sua idea di calcio, e se ne fotte, di molte cose.
Del resto, io credo che l’importante sia il contenuto, il calcio e Sarri è un maestro di esso. Solo che, essendo abituati a vedere le cose belle o buone solo quando vediamo giacca e cravatta, si pensa che tutto il resto non conti.
Maurizio Sarri, “il buzzurro”, quello che si scaccola, e altre cose che sono fuori dalle linee, ma certamente, con il gioco del calcio centrano poco.
È il sottovalutato, quando lui si lamenta sembra che accampi scuse, ma è falso! Perché in realtà fa reclami su difetti e problematiche vere e proprie del calcio, ma “siccome l’ha detto lui”, nessuno gli dà corda.
Come i campi di calcio e i nostri stadi ormai fatiscenti o inadatti, in cui capita anche troppo spesso che ci siano infortuni, soprattutto ai legamenti, questo anche causato da un’idea ormai arcaica del calcio, che ancora esiste nelle nostre menti.
Il famoso “catenaccio” ormai non funziona più: pochi ormai sono quelli che vincono con questo modo di fare.
Il calcio propositivo funziona in europa, Sarri vinse un trofeo, l’Europa Legue ed è stato l’ultimo prima e dopo Carlo Ancelotti.
Infatti, come ben sappiamo, il Real Madrid l’ha vinta, forse in maniera immeritata, ma io penso che comunque ci sia stata un’idea precisa dietro, per sfruttare bene le occasioni.
In fondo, Mancini ha vinto l’europeo, sì, ma due volte ai calci di rigore è dovuta finire, proprio perché non si riusciva a vincere nella partita regolare.
Si sa, Sarri è emerso tardi, si è fatto valere con il Napoli, ed ora, nel secondo anno alla Lazio, si comincia a vedere la sua impronta.
Certo, qua siamo nel paese del “tutto e subito”, e se non si vedono risultati immediati, si tende a bocciare, ecco, nel caso di Sarri, questo è un errore.
Per me, lo è stato per la Juve. Costruendo pezzo dopo pezzo, forse oggi invece di renderci conto quanto sia stato sbagliato richiamare Allegri, ci stavamo godendo un calcio champagne impareggiabile, FORSE, non eravamo eliminati ai gironi e qualche trofeo in più lo si poteva vincere.

Ma certamente con i rimpianti si fa ben poco.
Personalmente, però, da appassionato di calcio, non posso non definirmi innamorato del suo modo di fare. Sono sempre stato dalla parte di quelli che hanno meno voce, meno appoggio, meno… mainstream.
E anche con meno appoggio da parte della stampa, dato che ad ogni appunto “lamentela” o reclamo, sembra che sia un pazzo che accampa scuse.
Viene del basso, va verso l’alto, il più grande Underdog del calcio, forse talmente sottovalutato che si pensa non sia in grado di vincere una Champions.
Si pensavano e si dicevano cose simili anche su Jurgen Klopp, anche lui, guarda caso, sempre in tuta e un po’ disordinato, eppure…
Anche se la gavetta che ha fatto Sarri è quasi impareggiabile, pochi possono essere paragonati a lui, come forse Claudio Ranieri, che in maniera esplosiva ed inaspettata ha vinto la premier con il Leicster.
Prima che accadesse, chi se lo “cagava”, Ranieri, in fondo? Ha realizzato un’utopia, quella che è la stessa strada di Sarri, come lui stesso dice.
Come il voler raggiungere la perfezione, sappiamo che è impossibile, essendo noi imperfetti di natura, ma ci proviamo comunque.
Sono colmo di ammirazione di chi ci prova, di chi continua, con una grande determinazione, pur rimanendo al di fuori dei riflettori, come alcuni artisti che fanno bella musica, anche se sanno che non faranno mai “il botto”, ma mi piacciono molto di più di chi l’ha fatto.
Dalla parte di chi è sottovalutato, in fondo mi sento così anche io. Dalla parte di Maurizio Sarri, del potenziale inespresso, che però quando succede, tutti si accorgono del tuo valore.
E anche se non sei famoso, sai che chi ti apprezza lo fa davvero, fai comunque il tuo lavoro, la tua passione, perché non sono sempre e solo i soldi a contare.
Persone come Maurizio Sarri rendono il calcio più bello, e non banale, noioso, e forse anche troppo legato a cose extracalcio.
Hasta la Revoluction.
.
Se ti è piaciut*, lascia un mi piace, un commento per farmi sapere la tua, e seguimi per restare aggiornat* su #poesie, #racconti e #podcast!
Qui: