La setta dei poeti estinti vive ancora, e continua a droppare roba.
Dj Fastcut, uno che si è fatto conoscere da qualche anno, con questi volumi dei “Dead Poets”.
Forse, è stato spesso additato come “purista”, ovvero uno a cui piace solo la “roba vecchia” del rap. Ho letto spesso critiche su di lui per questo, critiche che, a mio parere, forse, sono anche piuttosto illegittime. A me sembra che, come capita fin troppo spesso, molti parlino senza sapere, senza ascoltare, o, cosa ancora più grave, vogliono farsi i fighi, i saccenti.
Ma, a parte questo, siamo comunque nel 2021, e credo che, come ho detto, certi discorsi del genere sia, secondo me, da persone poco intelligenti: farsi i “tanto evoluti”, criticando i “puristi” che, secondo loro, sono rimasti all’età della pietra, non li rende migliori, ma uguali.
Comunque, a parte questa quasi- inutile vena polemica, immergiamoci nel mondo dei poeti estinti anche noi: è comunque una bella idea ed affascinantissima, a parte tutte le critiche e polemiche, insomma.
E non solo, anche se è “old-school” è comunque fatta molto bene, una grande qualità e ospiti d’eccellenza.
Tra i diversi i più grandi nomi possono essere Caparezza, Clementino e Willie Peyote.
Si inizia alla grande con “Bust That” con Sace, Jangy Leeon e Funky Nano.
Suono ruggente e potente, adatto agli mc che ci rappano sopra.
E dopo questa bomba che ti carica, c’è quella che è stata una delle mie preferite dell’album:” Maledetti” con uno dei miei preferiti: En?gma e un fantastico Wiser Keegan.
Oltre alla base, con la tastiera, c’è anche il t esto bello potente. Bello concious, un piacere ascoltarla.
Un’altra per me, fantastica, è proprio quella con Clemetino e Peyote:”Parla Piano”, la quinta traccia, con un bel suono di chitarra ad accompagnarti, ed è anche piuttosto orecchiabile, un pezzo che ti fa muovere la testa su e giù, una delle migliori, a mio parere. (O la migliore del tutto, nientemeno?)
Bella forte anche “Click Bang Pro” con Sgravo e Aban, bello grezzo, sincero, che ti arriva “dritto in faccia”, come sono bravi a fare, tutti e due.
Mi sembra “obbligatorio” citarvi anche “Sindrome di Stendhal” con il buon Murubutu e un altro che sto ascoltando da poco, anche se ne avevo già sentito parlare: Mattak.
Quella con il buon Capa è “SmackDown”, un’altra delle mie preferite, e una delle migliori. Non tanto per la presenza di Caparezza, ma è proprio bella su tutti i livelli: la base, i testi, la melodia…
Vi dico qual è la mia preferita, ma forse sono “di parte” … è “Come un Pugno in faccia” di Moder, Davide Shorty e Tormento.
Perché dico “di parte”? perché mi sono “drogato” di Moder quest’anno e, sentirlo di nuovo è un grande piacere. Ma non è solo quello. A parte lui ci sono altri due grandi artisti, anzi, grandissimi.
E il testo è fantastico, la base pure. C’è una melodia che ci accompagna, nostalgica, che quasi ci riporta in qualche ricordo d’infanzia…
“Una terra promessa non mantenuta”.
E queste sono quelle che, come avrete capito, sono per me, quelle che “elevano” il disco, ma nel complesso, sono tutte belle: le ultime due: “Il ripasso di Storia” e “L’ultimo verso”, sono fantastiche. Non c’è nulla da dire, sul serio.
È un disco fatto benissimo, io vi ho indicato quelle su cui ho posto maggiore attenzione, ma non ho nominato tutte le tracce, ovviamente.
Quello che intendo dire è che, tolta la mia preferenza personale, potrete trovare qualcosa che può essere considerato un altro capolavoro di Fastcut.
E il rap continua a vivere, con i suoi “poeti estinti”.
“Ho imparato da De André: dai diamanti non nasce niente”.

Se ti va, supportami, seguendo il blog, i miei social media, ascoltando i podcast, e condividendo i miei contenuti!
E/o lasciando un like e commento, per farmi sapere se ti è piaciuto!
Trovi tutto qui sotto
👇👇👇