È decisamente l’anno in cui molte cose sono crollate: le convinzioni, la fede, la voglia di credere, di darsi da fare…
Ormai non c’è che un’enorme stanchezza. Mi fa sempre sonno, che di andare fuori dal letto, c’è sempre meno voglia.
Si ascoltano sempre le solite storie, e incontro chi è sempre affamato di sapere la mia, anche se lo vuole negare. La gente qua è affamata di storie, ha il desiderio di sentire raccontata la propria, come se ci godesse, in fondo, ad avere qualcuno che gli parla alle spalle.
Come dire, sempre di più, andando avanti, mi rendo conto dell’estrema falsità, e resto accanto a chi mi dà sempre lo stesso piatto di realismo.
Ed è così che si diventa stanchi: quando sei sicuro di ver dato fondo a tutte le tue energie, e spesso, non ti rimane niente.
Niente, tranne… la famosa storia di “avere imparato” dagli errori. Sei stanco anche di quelli, in fondo.
Insomma, stiamo immessi in una strada di storie tutte uguali, che non può farci altro effetto di restare a letto.
Del resto, sarà anche vero che “il fallimento è la chiave del successo”, ma… ad un certo punto diventi stanco di fallire.
Così tanto stanco di tentare, senza mai riuscire,
pensando che ogni esperienza serva… sì, ma poi?
Sembra che io non abbia quasi più nient’altro da dire, che il “periodo” che pensavo durasse un tot, sia invece qualcosa di più di un “periodo” … che molte persone vivono o hanno vissuto cose simili alle mie, e questo, non mi rende più felice, ma più triste.
Preferirei forse sentirmi più “solo”, piuttosto che sapere che ci sono persone che sono state…” trasformate”, da questo mondo, da questi problemi…
E sono tutti stanchi.
Quando si esce per un caffè, e ci facciamo quattro risate, sembra proprio che per pochi istanti, riusciamo veramente a tenere fuori da noi, quello che ci pesa.
Più passa il tempo, più tutto pesa, e ci fa sentire stanchi reggere tutto.
La fede è pesa, si tratta solo di “andare avanti”, e spesso, sentiamo anche il peso di chi non ci capisce, e sappiamo che non possiamo sprecare troppo tempo a tentare, inutilmente, di riparare tutto.
Che le navi affondano, e che, spesso, siamo solo dei sopravvissuti.
E le risate assumono un valore più grande, come tutto il resto: non più uno scherzo tra ragazzini, ma il valore di riuscire a farlo, nonostante tutte le difficoltà.
Non si prende più in giro nessuno, perché anche noi siamo stati presi in giro, e capiamo cosa significa: così come anche noi lo abbiamo fatto, a volte: anche chi viene “messo da parte”, mette da parte qualcuno.
Non è possibile, in fondo, essere sempre corretti: sarebbe come essere perfetti. Impossibile.
Sembra tutto … irrecuperabile.
Ci vogliamo bene, ci sopportiamo, a volte accettiamo la rabbia altrui: forse, ci si illude, a volte, ancora, di poter avere qualche amicizia o relazione senza “problemi”. Eppure, qualcosa che fili liscio è esattamente quello che ci manca.
E, come mi posso sentire stanco a parlare di certe cose, nonostante le provocazioni, così mi sento stanco di chiamare, di farmi sentire, senza che dall’altra parte accada mai.
Come se le altre persone, abbiano la sola intenzione di giudicarti, se smetti di comportarti in un modo. Stanno là, sempre a fissarmi, a guardare come reagisco, a me, fanno tutti un po’ di pena, in fondo.
E che ne so io? In questo anno e mezzo mi sono perso da un po’: non sono più io.
E io, sono stanco di essere e di fare qualsiasi cosa, se non me stesso.
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