Come ogni #Martedì, eccoci qui, in questo #romanzoestivo, che procede.
Nella puntata precedente, Marco incontra Giorgio, ad un bar, insieme a Stefano.
Il piromane sta smettendo con la sua smania di bruciare, ma Marco, infine, capisce di averlo trovato…
Puntata precedente: https://loscrittorevolante.com/2021/08/03/romanzoapuntate-unpiromaneinferie-24esima-puntata/
Elenco delle puntate: https://loscrittorevolante.com/tutte-le-puntate-deil-piromane-in-ferie/?frame-nonce=86c2401052
25esima parte:
“Tell me wich side I’m on,
approaching costant failure…”
Stefano si svegliava come sempre in quel periodo, così stanco. Era stanco per aver speso le stesse energie verso la stessa speranza: quella di tornare in buoni rapporti con una persona che, per quanto gli piacesse, avrebbe preferito esserci amico, piuttosto che stare senza.
Era rimasto affezionato.
“Between love and hate,
wich path to follow?”
Non desiderava altro che spegnersi. Non lottava più, non sperava più. Era arrivato alla conclusione che non avrebbe potuto farci nulla.
Era troppo debole. Forse un giorno, chissà? Ma in quel momento, non c’era verso.
E dava un amaro addio, a ciò che aveva amato. Però, a differenza di altre volte, decise di mantenersi dentro, segretamente, la speranza di rivederla. E se fosse capitato, avrebbe rimesso le cose a posto, pezzo dopo pezzo.
Sapeva che era sua la responsabilità di averla allontanata: Stefano si era comportato, involontariamente, in modi che egli stesso disprezzava, proprio in una situazione dove non voleva farlo, consapevole del rischio.
“Bemused by the trials
And tribulations in force of my life
Fly from here but
as the chosen pessimist,
I, I Carve my name in stone”
(In Flames – “The Chosen pessimist”)
Insomma, il giovane scelse di non odiarla, di non portare lo stesso rancore che serbavano verso di lui. Credette che questo fosse il modo migliore per salvarsi.
E, per evitare che tutto accadesse come nel passato, pensò che iniziare a smettere di pensarci, di tentare, a tutti i costi… Forse lo avrebbe ripagato.
La verità, è che dentro di lui, l’affetto e la speranza non sarebbero mai andati via, tranne, nel momento stesso della sua morte.
<< Chissà? Ora che sarà cambiata, sarà ancora più simile a me. Potrebbe piacermi addirittura più di prima. Il mondo cambia, noi maturiamo. Chissà?>>
Comunque, per il momento, non aveva intenzione di combattere. Si arrese. Stavolta però, non pianse.
Forse era davvero cominciato a crescere: sentendo una fitta allo stomaco.
Sperò che lo avrebbe ripagato, che non sarebbe stato tutto in quel modo. Che i giorni migliori, arrivassero.
Come ogni giorno andò al bagno, fece le cose che doveva fare, bevette un caffè, un thè verde e si mise ad allenarsi.
E ogni giorno, sembrava uguale all’altro.
Questo era il suo “inferno”.
Il luogo dove era stato esiliato.
Apatico, vuoto, noioso. Poco colorato, senza novità: un loop di paure costanti, la voglia di riprovare, con il timore di sbagliare e perdere ancora.
Capì però, che grazie al suo amico Giorgio, sarebbe stato meglio uscirne fuori, anche se faceva soffrire. Desiderava rinascere,
lasciarsi alle spalle tutto ciò che ritenesse inutile, dannoso, infantile.
Passato.
Guardò per puto istinto la foto sua e di Paola insieme, dicendo un rassegnato “addio”, accarezzandole la guancia, sullo schermo.
Se non altro, lo avrebbe aiutato a guarire, lentamente. E sperava di esagerare, come al solito.
Un solito che però, stava lentamente morendo, insieme ad altre cose.
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