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Lo scrittore Volante

  • Un Piromane in Ferie – Parte 1

    settembre 26th, 2020

    Con un leggero sospiro, si alzò dal letto e aprì le tendine e osservò la città dalla sua finestra. Il caldo dell’estate stava lentamente conquistando le strade della città.

    Sorrise: il momento per andare via stava arrivando. Quel breve periodo dell’anno in cui poteva dedicarsi alla sua… passione.

    Si preparò per andare al lavoro: tutti i giorni, sempre gli stessi gesti, più o meno alla stessa identica ora. Scese dalle scale e prese l’auto, andando al lavoro.

    Guardò la città attorno a lui mentre guidava: riusciva a notare abitudinari come lui, che passavano nello stesso posto, alla stessa ora. Anche se capitavano le eccezioni.

    Parcheggiò la macchina nello stesso posto dei giorni precedenti e entrò nel suo posto di lavoro.

    Picchettava le dita su sé stesso sulle pareti, su ogni superfice che trovava, si guardò intorno, fece un giro di 360 gradi e pensò:

    “Some men just want to watch the world burn.”

    Entrò nella biblioteca, salutò con il suo solito sorriso tra il cordiale e il sarcastico, i suoi colleghi, e cominciò a lavorare, a catalogare.

    Ogni tanto si lasciava andare a qualche chiacchiera, anche scherzando, ma non rilevava mai molto di sé. I colleghi non lo conoscevano se non superficialmente.

    Girava nella biblioteca, e spesso si fermava a guardare qualcosa che gli catturasse l’attenzione tra i libri: leggeva giusto qualche pagina, e poi li posava. Era un’abitudine, come tante altre.

    Tanti studenti come sempre invadevano le sale, era il periodo degli esami della sessione estiva, le ultime “gocce” prima dell’estate.

    Gocce di sudore, più che il resto. Nonostante l’aria condizionata, i giovani erano sempre pieni di vampate di calore: forse la tensione per gli esami o la concentrazione, ne erano la causa… O chissà? L’ansia di finire il prima possibile per godersi le vacanze estive.

    (altro…)

  • “Anche tu stai piangendo” – Recensione e riflessioni su #DevilmanCrybaby.

    febbraio 6th, 2019

    È stata la prima volta che ho visto un anime su “Devilman” ovviamente però, di fama, il suo nome non mi era nuovo.

    Inizio la visione, un po’ dubbioso. I disegni all’inizio non mi colpiscono in maniera particolare, la scelta di mischiare il vecchio con il nuovo? è tutto un po’ strano, la storia non ci dice alcune cose, non subito, non in maniera precisa.

    La storia sembra quindi, semplice quanto sfuggente. I demoni esistono, ma non è chiaro come, e come siano venuti sulla terra, e perché Akira, viene così ciecamente guidato nelle manie di Ryo.

    Poi appare Amon, e la scena in cui appare, ci fa dire un po’ a tutti: “che figata”.

    Non lo capisco subito, ma questo anime non è solo uno di lotta di un demone che “picchia altri demoni”, perché più uno va avanti, più capisce.

    Innanzitutto il dualismo tra i due personaggi principali: Akira, un ragazzo che diventa appunto, un demone, ma tra i due è il più “angelico”. Nonostante il suo stesso aspetto fisico, presuppone “malvagità”.  Ma è Ryo, cinico, malefico, spietato, ad essere quello “demoniaco”. Non sembra provare amore per nessuno, se non per Akira, appunto.

    Devilman_Crybaby_Queeen_Bee_Clip_02.0

    E attenzione da qui in poi, potrebbero esserci dei grandi SPOILER: perché per fornirvi un’analisi approfondita, devo spingermi oltre!

    Ryo, è disposto a tutto per proteggere Akira, anche di uccidere. Voleva uccidere Miki, la ragazza, che si suppone, Akira ami. Ma è un amore diverso: come fratello e sorella, perché essi amano, ma non condividono mai i loro sentimenti, né tra loro, né con i loro amici. Sembra che resti nella loro personale intimità, in una maniera chiara, ma anche non.

    (altro…)

  • Scarabocchi. (Canzone)

    gennaio 14th, 2017

     

    C’era una volta, un piccolo ragazzo,

    che della vita non ha mai capito un cazzo,

    che ha sempre solo pensato di essere un pazzo.

    Senza direzione, “quasi quasi mi ammazzo”.

    C’era una volta un uomo che era capace di amare,

    più di altri, era il suo credo, senza non si può stare.

    Pregare, questo era quello che faceva sempre, essenziale.

    Questa modus operandi, come quando sento le cicale.

    Le cicale, che volevate vedere da vicino,

    avete reso anche me un po’ bambino.

    Un po’ più di primo, piano, pianino.

    Mi sono sentito finalmente utile,

    più del mio esistere in un rudere futile,

    più del mio castello, umile,

    e trovato la forza di fare come il pugile.

    Il guerriero che non si arrende,

    che la speranza non appende,

    La luce dentro si accende,

    Queste, le rime delle calende.

    Ricordo ogni storia che posso scrivere, che si addice,

    La recita con Emotrix, Alice,

    sei tu l’attrice,

    e grazie a voi sono più felice.

     

     

    (ritx2)

    Pieno di lacrime, questi occhi,

    perso, nel paese dei balocchi,

    siete stati i miei “marmocchi”

    e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.

    Il sorriso, con i ritocchi,

    come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.

     

    Mi è stato donato un giocattolo,

    un triciclo, non l’ho chiuso nel barattolo.

    L’ho appeso alle chiavi di casa,

    chiavi quindi del cuore, su questo si basa.

    Conservo ogni assurdità,

    qua, ogni ricordo è preziosità,

    ho questa fissa, sto in fissa,

    missa, che son perso in lista.

    Chissà, se questa canzone sarà una mina,

    chissà se potrà piacere a Yasmina.

    Racconto le storie, quasi nascondendole,

    mentre rendo pubblico il mio punto debole.

    È tempo per il re di fare regole,

    Adam, mi rincorri con le tue mandibole.

    Il morso del sogno strano,

    Carol, cosa vuoi che sia, un suono strano,

    invano, provai a dire no, quando volevi prendere le cicale,

    E ora mi chiudo in questa stanza a cantare.

     

    (ritx2)

    Pieno di lacrime, questi occhi,

    perso, nel paese dei balocchi,

    siete stati i miei “marmocchi”

    e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.

    Il sorriso, con i ritocchi,

    come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.

     

    Scende la notte, in questa estate strana,

    Senti il canto della rana.

    Nel pontile della pace,

    il silenzio che ci piace.

    Pensavo sempre a cosa mi ha fatto venire voglia di fare l’educatore,

    non ho più rancore,

    ho voglia di spendere bene le mie ore.

    Grazie a questa opportunità, forse data da Dio,

    Io, lo stesso Dio, che bestemmio, nel mio oblio.

    Un pezzo lento, come trasportati via da una barca sul fiume,

    il BarLume, della speranza in un marciume,

    ma in realtà, ci salverà il vostro acume.

    Le generazioni future,

    quel che uno riassume,

    la storia del mio imparare, male comune.

     

    Ora sto facendo quello che dovevo fare tempo fa

    Studiando quello che è la strada, la crea chi si impegnerà,

    a camminare nel nome della libertà,

    della verità

    bambini miei, ricordate Sara, e come sarà.

    Imparate ad amare, perché questo educatore, amerà.

     

     

    (ritx2)

    Pieno di lacrime, questi occhi,

    perso, nel paese dei balocchi,

    siete stati i miei “marmocchi”

    e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.

    Il sorriso, con i ritocchi,

    come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.

     

    A voi ragazzi miei.

    Siete indimenticabili.

    Avete aperto nuovi capitoli della mia vita.

     

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