Con un leggero sospiro, si alzò dal letto e aprì le tendine e osservò la città dalla sua finestra. Il caldo dell’estate stava lentamente conquistando le strade della città.
Sorrise: il momento per andare via stava arrivando. Quel breve periodo dell’anno in cui poteva dedicarsi alla sua… passione.
Si preparò per andare al lavoro: tutti i giorni, sempre gli stessi gesti, più o meno alla stessa identica ora. Scese dalle scale e prese l’auto, andando al lavoro.
Guardò la città attorno a lui mentre guidava: riusciva a notare abitudinari come lui, che passavano nello stesso posto, alla stessa ora. Anche se capitavano le eccezioni.
Parcheggiò la macchina nello stesso posto dei giorni precedenti e entrò nel suo posto di lavoro.
Picchettava le dita su sé stesso sulle pareti, su ogni superfice che trovava, si guardò intorno, fece un giro di 360 gradi e pensò:
“Some men just want to watch the world burn.”
Entrò nella biblioteca, salutò con il suo solito sorriso tra il cordiale e il sarcastico, i suoi colleghi, e cominciò a lavorare, a catalogare.
Ogni tanto si lasciava andare a qualche chiacchiera, anche scherzando, ma non rilevava mai molto di sé. I colleghi non lo conoscevano se non superficialmente.
Girava nella biblioteca, e spesso si fermava a guardare qualcosa che gli catturasse l’attenzione tra i libri: leggeva giusto qualche pagina, e poi li posava. Era un’abitudine, come tante altre.
Tanti studenti come sempre invadevano le sale, era il periodo degli esami della sessione estiva, le ultime “gocce” prima dell’estate.
Gocce di sudore, più che il resto. Nonostante l’aria condizionata, i giovani erano sempre pieni di vampate di calore: forse la tensione per gli esami o la concentrazione, ne erano la causa… O chissà? L’ansia di finire il prima possibile per godersi le vacanze estive.