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  • Piccolo spazio personale: Tutti gli artisti rap/trap Italiani che ascolto. ( O ascoltatou0026#8230;)
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Lo scrittore Volante

  • “Apocalisse Tascabile” – uno spettacolo che rappresenta la realtà odierna.

    gennaio 10th, 2023

    Articol oscritto per MANIFEST: http://manifestblog.it/2023/01/apocalisse-tascabile-uno-spettacolo-che-rappresenta-la-realta-odierna/

    .

    Il titolo dello spettacolo andato sul palco lo scorso 7 gennaio al tip teatro, “Apocalisse Tascabile” è certamente particolare, che sintetizza il tutto.

    Due ragazzi si sono esibiti sul palco e hanno descritto i disagi della loro generazione in pochi passi. Sono un po’ più giovani di me ma condividiamo problemi molto simili.

    I due sono di Roma, descrivono Roma, citando un supermercato e altre situazioni legate al commercio, la famosa “carta fidelity”, paragonandola ad una sorta di carta sacra.

    Naturalmente ciò che vivono queste persone a Roma è una situazione diffusa in tutto il paese, niente di nuovo, diciamo.

    Lo fanno in un modo simpatico, satirico, facendo ridere ed intrattenendo bene il pubblico, con espressioni facciali e battute usate al momento giusto.

    Un ragazzo è uno di quelle persone che si è persa nella “comfort-zone” così la chiamano, ma in realtà è la situazione di stasi dei giovani quando esaurisocno le alternative, laureati e non. Quando dovrebbero cercare lavoro e lo fanno, ma hanno enormi difficoltà e se ne trovano uno spesso può essere poco stimolante dato che può essere che c’entri poco con la loro laurea conseguita.

    Infatti sottolineano ironicamente che certe lauree nel mercato del lavoro odierno sembra non servire, e mi ricordo che in una scena, ripetono di laurearsi in economia.

    Penso che questo abbia diversi sensi: uno è prendere in giro che dice che serve solo una laurea, magari i parenti che ti ripetono ossessivamente che il percorso di studi da te scelto non farà altro che portarti in una strada senza uscita…

    Anche una presa in giro verso quei discorso dei cosiddetti “influencer” o altre persone che trovi  nei reel che provano a venderti le loro cosiddette “soluzioni”, per poter diventare ricco in un attimo, ma poi, è anche un modo per denunciare la situazione drammatica del lavoro in Italia.

    La gente non ci pensa, ma non è così semplice laurearsi in qualcosa, soprattutto se questo qualcosa con te ha poco a che fare.

    Io sono laureato in scienze dell’educazione, ad esempio, ma so che non potrei mai provare a fare materie economiche, matematiche, mediche ecc. perché so di “Non capirci niente”; non necessariamente per mancanza di intelletto, ma perché sono una persona che ha altre tendenze e sono capace ci comprendere altro, e quindi questo è il mio “ruolo”, diciamo.

    Infatti i due ragazzi penso che siano stati autoironici quando hanno preso in giro la facoltà DAMS, in cui (persumo) si siano laureati: hanno rappresentato in modo simpatico e sarcastico diversi pensieri, pregiudizi e luoghi comuni dell’italiano medio.

    Cercavano di rappresentare in tutti questi modi un’apocalisse, non nel senso cristiano ma come una fine della società, come la conosciamo, cambiando il senso sacro della fine del mondo, con simboli della società odierna di vario genere, come “la carta fidelity”.

    Appare un angelo, che dichiara che in realtà è un commercialista, infatti.

    Comunque mi permetto di fare una critica, anzi, di dare un consigli oda umile spettatore: dal mio punto di vista, lo spettacolo poteva durare un po’ meno, i due ragazzi sembrano perdersi nel finale, ovvero che ci “credevano” di meno. Avrebbero dovuto trasmettere la serietà del finale con la stessa intensità della comicità, secondo me.

    Dopo tanto ridere, ci siamo smarriti, non capivamo più se fosse il momento di essere seri o di continuare a ridere, cosa che ha fatto perdere un po’ la concentrazione la nostra empatia con i personaggi.

    Molti spettacoli teatrali che vedo vogliono rappresentare la realtà in diversi modi, credo che sia uno dei vari modi per far sentire la propria voce, forse il migliore, senza vere la pretesa di poter cambiare davvero qualcosa, forse sono sfoghi, forse sono messaggi.

    Sembra che se parli troppo, in questo modo, in questo senso. Se ne parla tanto, ma cambia sempre poco o niente.

    Non ci resta che il teatro.

    Comunque molto bravi, spettacolo piacevole e ringraziamo sempre il tip per il suo lavoro di divulgazione culturale.

  • Review: Xenoblade 3: a more mature… game?

    gennaio 5th, 2023

    “Late” I got this game in September/October because it was released in the summer period. What does it have to do with it you will say? Which, as I had foreseen, I would have enjoyed it less because in the summer I tend to go out more, instead in the winter period it was better, in my opinion.

    Also because I had read articles that said that a limited edition would be released in Europe for that period, but then… it never existed, oh well.

    It’s the first time I’ve written a review on one of the chapters of the series, which ended on January 1, 2023, (so you’ve taken me a long time, as usually happens with this type of game).

    In reality, however, it has been several years now, indeed, more, that I have known the series and played the various chapters.

    In fact, the first was in 2011, the first of Xenoblade, and this time too we have a double figure: 11 and 22.

    The plot is long and complicated, I will mention it I may SPOILER, but towards the end.

    The game mechanics are very similar to the previous chapters, albeit with interesting and beautiful variations.

    In the previous chapters we had 3 characters in the team who divided the tasks: attacker-defender-healer.

    The defender with is said in gamer jargon: he is the “tank”, he attracts the enemy and takes the blows. The attacker is stronger on offense and deals damage or weakens the enemy while the enemy is “distracted”, the healer… well, it goes without saying.

    Here too it is more or less the same in truth but the characters are not 3 but 6, and while in the previous chapters (at least I) I was comfortable using only or above all the attacker, here I wanted to vary between the various roles also for ” simple” reasons.

    The most interesting novelty was undoubtedly the ability to change characters at any time, i.e. both when you’re walking and in combat, instead of having to go to the menu as in the previous ones (I think) every time. (Maybe I remember wrong and it could have been done in 2 as well, IDK).

    Secondly, I found the characters of 3 much more interesting, both in terms of character and personality and also with their skills and fighting style, perhaps making things easier and more fun even for those who, like me, are not fond of defenders or healers. I prefer to be forward.

    Which the “change character whenever you want” system makes it a lot easier because healers are the only ones who can revive other characters so if the attacker is defeated, just switch to a healer immediately, revive yourself and resume the previous character immediately.

    Often, however, there is no need to use this system since the other character comes (almost always) immediately to revive the others automatically.

    Dulcis in fundo, all six characters always unite, man and woman, creating the Uroboros, a very powerful being, with a monstrous, almost divine or alien appearance.

    The player can temporarily transform into these mighty beings and each of which has different technical powers, this encourages getting to know all the characters and their techniques better.

    Of course, there are many things to memorize because in addition to techniques you have to manage passive skills, and more…

    But it’s easier for me to memorize or study these things than different combos, I’m a bit “lazy” from that point of view.

    The Uroboros contrast the Moebius, human beings who transform into much more demonic monsters, with horns and evil eyes, our opponents.

    Xenoblades are games in which I never find it particularly difficult, maybe I’m good at it, but it often happens that I beat enemies with relative ease.

    Indeed, I tell you that this time I didn’t want to fall into the “trap” of the subquests to be able to face the last boss at his level, which I managed, on the contrary: by facing some enemies before him in the final phase, I had more difficulty against of them than against him.

    He who? The Moebius boss: Z.

    (altro…)
  • Recensione: Xenoblade 3. Gioco più… “Maturo”?

    gennaio 5th, 2023

    In “ritardo” ho preso questo gioco a settembre/ottobre perché era uscito in periodo estivo. Cosa c’entra direte voi? Che, come avevo previsto me lo sarei goduto meno perché d’estate tendo ad uscire di più, invece in periodo invernale era meglio, secondo me.

    Anche perché avevo letto articoli che dicevano che sarebbe uscita una limited edition in Europa per quel periodo, ma poi… non è mai esistita, oh beh.

    È la prima volta che scrivo una recensione su uno dei capitoli della serie, finito proprio il primo gennaio 2023, (quindi mi hai impegnato lungo tempo, come succede di solito con questo tipo di giochi).

    In realtà però sono ormai diversi anni, anzi, di più, che conosco la serie e gioco ai vari capitoli.

    Il primo infatti era nel 2011, il primo dei Xenoblade, e anche stavolta abbiamo una cifra doppia: 11 e 22.

    La trama è lunga e complicata, la menzionerò potrei fare SPOILER, ma verso la fine.

    La meccanica di gioco è molto simile ai capitoli precedenti, anche se con interessanti e belle variazioni.

    Nei capitoli precedenti avevamo 3 personaggi in squadra che si dividevano i compiti: attaccante-difensore-guaritore.

    Il difensore con si dice in gergo da gamer: è il “tank”, attira il nemico e prende le botte. L’attaccante è più forte in attacco e infligge danni o indebolisce il nemico mentre questo è “distratto”, il guaritore… beh, non c’è bisogno di dirlo.

    Anche qui è più o meno così in verità ma i personaggi non sono  3 ma 6, e mentre nei capitoli precedenti (almeno io) mi trovavo bene ad usare solo o soprattutto l’attaccante, qua ho voluto variare trai vari ruoli anche per dei “semplici” motivi.

    La novità più interessante è stata senza dubbio il poter cambiare personaggio in qualsiasi momento, ovvero sia quando stai in cammino, sia in combattimento, invece di dover andare come nei precedenti (mi pare) ogni volta nel menù. (Magari mi ricordo male e si poteva fare pure nel 2, boh).

    Secondariamente ho trovato i personaggi del 3 molto più interessanti, sia come carattere e personalità che anche con le loro abilità e stile di combattimento, magari rendendo la cosa più semplice e divertente anche per chi, come me, non è amante del difensore o guaritore, preferisco essere attaccante.

    Cosa che il sistema “cambia personaggio quando vuoi”, agevola molto perché i guaritori sono gli unici che possono rianimare gli altri personaggi quindi se l’attaccante viene sconfitto, basta passare subito ad un guaritore, rianimarti e riprendere il personaggio di prima immediatamente.

    Spesso di usare questo sistema però on c’è bisogno dato che l’altro personaggio viene (quasi sempre) subito a rianimare gli altri in automatico.

    Dulcis in fundo, tutti e sei i personaggi si uniscono tra loro uomo e donna, sempre, creando gli Uroboros, un essere molto potente, con un aspetto mostruoso, quasi divino o alieno.

    Il giocatore può trasformarsi temporaneamente in questi possenti esseri e ognuno dei quali ha tecniche poteri diversi, questo incentiva il conoscere al meglio tutti i personaggi e le loro tecniche.

    Certo, ci sono molte cose da memorizzare perché oltre alle tecniche devi gestire le abilità passive, e altro…

    Ma mi viene più semplice memorizzare o studiare queste cose se non diverse combo, sono un po’ “pigro” da quel punto di vista.

    Gli Uroboros contrastano i Moebius, esseri umani che si trasformano in mostri molto più demoniaci, con corna, e occhi malvagi, i nostri avversari.

    Gli Xenoblade sono giochi in cui non trovo mai particolare difficoltà, magari sono bravo io, ma spesso capita di battere i nemici con relativa facilità.

    Anzi, vi dico che stavolta non sono voluto cadere nel “tranello” delle subquest per poter affrontare l’ultimo boss al suo livello, cosa che mi è riuscita, anzi: affrontando alcuni nemici prima di lui nella fase finale, ho avuto più difficoltà contro di loro che contro di lui.

    Lui chi? Il boss dei Moebius: Z.

    (altro…)
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