“La speranza è l’ultima a morire”, un antico proverbio, ormai lasciato indietro.
Si pensa che questo tipo di pensiero sia il modo migliore per andare avanti:” finché c’è vita c’è speranza”, dando a questo sentimento, forse il più umano di tutti, una connotazione affidabile al 100%, quasi immortale.
Avete mai sentito questo vostro sentimento morire?
Io penso che potrebbe non essere l’ultimo a farlo, in verità. Ma sicuramente quando succede, beh…
Innanzitutto ti accorgi che non è immortale e non è impossibile che finisca, ma questo sembra essere talmente logico da essere quasi scontato.
Quando succede, smetti di crederci, smetti di pensare ad eventualità che alla fine sai che non si verificheranno mai.
No, le persone non tornano, non ragionano, non cambiano opinione.
Non c’è la speranza che certe possano cambiare. L’esperienza di vita ha insegnato che quando qualcuno va via, va via. Resterà via per tutta la vita, e pensare possa tornare a farne parte è qualcosa che sta ai limiti della razionalità.
Fin troppe circostanze si dovrebbero “attivare”, per far accadere quella speranza, ed eventualità.
Sarebbe riporre aspettative e speranze in persone che non ragionano, o non lo fanno abbastanza bene sulle circostanze, dato che a molte piace pensare di avere ragione, senza mai mettersi in discussione, senza mai uscire da sé.
E allora con il passare del tempo realizzi che la speranza non è che un’illusione, in fondo.
Non c’è modo proprio che si riprende a parlare pacificamente, a riallacciare amicizie, dopo liti, incomprensioni e fraintendimenti pesanti.
E poi, anche se accadesse, bisogna chiedersi se si ha a che fare con persone disposte a dimenticare il passato e che non lo tireranno fuori alle prossime liti.
Si litiga, ma c’è chi va in monologo, e vede solo sé stesso, insomma.
La speranza muore, e quando lo fa è la morte anche del cuore e dell’amore, e di tutte quelle cose che potevano sperarci.
Non resta che raccogliere i cocci di quello che si è rotto, non per ricomporre qualcosa, ma per comprendere.
È così che si diventa più indifferenti, cinici, e ahimè, viene anche più difficile avere la voglia di cercare l’amore o cose del genere da qualche parte.
Alla fine in questi istanti mi ritrovo a sedermi vicino al falò dentro di me, sedendomi accanto alla versione di me stesso che è stanca, veramente tanto.
Non si vuole più combattere, non si vuole più sperare.
E si sente distante, quel sentimento, così tanto da essere ormai irraggiungibile.
La speranza muore, e quando lo fa si sente molto la sua assenza.
Nessuno torna, nessuno capirà. E forse un giorno capiremo quanto sia stato meglio così, quanto lo sia per crescere, ed essere capaci di andare avanti, più di quanto non lo sappiano fare molte persone che conosciamo, e soprattutto chi se n’è andato.
Direi che le porte restano sempre aperte, ma sono così in un regno ormai spento, a dire il vero.
Mi sto domandando se qualcuno dovesse tornare, cosa dovrei dirgli ora, ora che quel fuoco è ormai estinto?
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2 risposte a “La morte della speranza.”
“Mi sto domandando se qualcuno dovesse tornare,
cosa dovrei dirgli ora,
ora che quel fuoco è ormai estinto?”
se era già stato detto tutto… se non è rimasto nulla in sospeso…
credo… che tu non debba dire niente…
se vuoi…puoi ascoltare…
a volte… “ritornare” sui propri passi… fa più male che bene…
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Era qeull oche cercavo di dire…esatto 🙂
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