Non ho scritto per lungo tempo, mi è mancata l’ispirazione, o forse quella cosa che me la dava è ormai esaurita. Come dice un amico: ”ti rompi i coglioni, è fisiologico”.

Ti stanchi di amare le persone, di provare  a trovare un modo, cresci, maturi, impari e capisci che molto spesso la cosa migliore da fare è lasciar andare, lasciar fottere, che tanto in molti non vogliono capire e resti tu l’unico coglione a sbattere la testa al muro.

E ne vale la pena? Soffrire così, o avere sempre dubbi sulle amicizie, magari anche parlarne alle spalle? Vale la pena continuare a pensare ad una persona che non vuole avere a che fare con noi?

Resta solo la speranza che le cose cambino, ma sappiamo bene che essa resta sempre nel caos delle cose che non puoi dare per scontate.

E quindi ti stanchi, ti guri e dici che vorrai sempre bene a Stefania, che speri che un giorno le cose abbiano un altro volto, ma ti accorgi che stai andando avanti, che ci stai pensando sempre meno, che non hai più la voglia di scrivere tutte quelle cose belle su di lei, che non serve a nulla.

Forse ho fatto più danni che il resto con la mia scrittura, ma ho accettato tutto me stesso.

Così tanto che quando sbaglio me ne rendo conto, lo riconosco e vado avanti, senza pensare troppo a com’era, come sarebbe andato.

Senza dover pensare a come rimediare, perché se dall’altra parte nessuno ti ascolta, te ne accorgi.

E tutto finisce nel falso di storie instagram, in cui sembra che tutti si divertano, ma più si mostrano e meno sono felici.

È tuto finzione, e questa consapevolezza strappa una risata amara.

E poi, oggi penso anche a qualcuno di nuovo, era tempo, era ora che il cuore iniziasse a provare qualcosa di diverso, era ora che guarisse, anche se ancora non riesco a capire com’è questo nuovo me stesso.

Ogni giorno qualcosa succede, non sembra nemmeno esserci il tempo di fermarsi…tranne adesso.

Ho voluto iniziare a vivere, senza freni, sentirmi libero, e lasciarmi andare alla felicità della vita.

Amare senza pensarci, vivere avventure, e dimenticare quello che fa male.

Sono stanco di soffrire, sono stanco di stare in situazioni che non mi fanno bene, di provare a mantenere rapporti che pretendono.

Ed è sbagliato pretendere, è sbagliato aspettarsi che le altre persone si comportino come pensiamo tipo aspettarsi da parte dell’altra persona, la stessa gentilezza che gli riserviamo.

Ma è sbagliato, no? Io faccio cose gentili perché mi va, non voglio aspettarmi niente in cambio, faccio tutto perché m iva.

E se sbaglio, vedo che è sbagliato quando lo faccio solo io, detesto quando dall’altra parte non c’è l’umiltà di ammetterlo, sono il solo a farlo.

• Ah, tu non sbagli mai?

Ma certo che lo fanno, ma pretendono che tu stia zitto. E lì che ho detto che era troppo, che non ci sono situazioni in cui puoi stare che ti schiacciano il cuore.

E se tutto finisce in cose non dette e sorrisi falsi, e pensano che ti fanno fesso, beh, sai quanto cazzo me ne frega, alla fine?

La cosa che ci forre è quando crediamo o credono di essere migliori degli altri.

Io ho smesso di sentirmi migliore, ho preferito sentirmi me stesso.

E voglio stare con chi mi accetta e mi ama così, con tutto il male e bene, (poi è soggettivo, no?)

Piuttosto che stare con chi mi starà parlando alle spalle, e parlano alle spalle tra loro, insomma, non è salutare.

Io chiudo qui, io finisco un altro capitolo.

E sono felice di aver capito tante cose.

È un foglio bianco.

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