“Io pago ed esco, tu tieni il resto.”

È paradossale, ma più sto bene qui, più ho voglia di andarmene. In fondo penso sempre che ci sia altro, che ci sia un altro modo e posto per stare meglio.

Dipendesse da me, mi porterei gli amici su, ma più passa il tempo, e devo arrendermi al fatto che non ci sono poi tutte ‘ste ragioni per restare.

Resterei per amore, ma ormai non c’è più e dubito che la situazione abbia mai risvolti.

Ed io amavo e amo Bologna, la sento in quasi tutte le canzoni di Moder, la sento perché ci penso e mi manca sempre, come ogni innamorato testardo.

Ora che ormai, da un pezzo, sto smettendo di pensare ad una persona… sarebbe per quella che uno rimarrebbe, ma senza comunicazione non c’è niente da fare.

Ma so che ormai la mia idea si è “stabilizzata”. Non sarebbe per “fuga”, ma per me. Sarà egoista, quello che volete, a me piaceva e piace ancora quella maledetta città.

Il mio benessere è anche dato dal luogo in cui vivo, non solo dal lavoro e dalle persone.

È assurdo, ma è proprio il posto che mi è rimasto dentro, è proprio la città che mi piace. Sì, anche gli amici, le cose che ho vissuto e che voglio vivere, ma… sì, è proprio semplicemente il posto.

Qualcosa a cui voglio bene, che amo, senza che possa muoversi, eppure vive, eccome se vive!

La mia dimensione.

È come se fosse una donna, perfetta per me. mi prende con la mente, cuore e corpo.

Del resto, se sono diventato una persona migliore, lo devo al fatto di aver anche vissuto precedenti esperienze in un altro posto.

Ecco, il cuore si è sempre potuto ricostruire anche per questo.

Ed ogni volta che penso di stare bene qui, penso che sia arrivato comunque il tempo di congedarsi: lo show “Lametino” è finito. Il limite è questo, e io voglio andare in un posto dove posso vedere ed assaporare molto di più.

Ho una “fame”, perenne. Voglio conoscere e vedere sempre tanto e Bolo riusciva a saziarmi. Qua non provo le stesse cose.

Più sto bene qui, più voglio andare. È paradossale, o forse no? Prima era starci male, ed era una fuga. Ora non voglio fare altro che andare, per me. qua non devo cambiare niente, perché ho accettato me stesso e Lamezia così come sono.

Posso cambiare me stesso, mica tutto il resto! “Va bene così, fidati.”

Ed infatti… non vale più la pena farsi domande, dare retta a chi ti vuol bene, e ti dice di restare per “cambiare le cose qui”… ma perché mai farlo? Non vale la pena.

E poi, va bene così. Anche queste cose fanno parte dell’identità di questa città, no? Che dire? Non condivido, ma accetto e rispetto.

È accettazione rassegnata.

E poi che importa se avevo ragione o meno su alcune cose, ormai è passato, insomma: non ho motivo di odiare più nulla e nessuno.

Ho perdonato tutti e tutto per salvarmi, mi sono salvato, ora voglio semplicemente altro.

Pensate a Lamezia come un posto che potrebbe essere la mia ex, e ora voglio dare la priorità ad un amore nuovo, sì, un po’ come diceva Karalis nella poesia che aveva recitato.

Io pago ed esco, tu tieni il resto.”

E me ne andrò, un giorno.

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6 risposte a ““Io pago ed esco, tu tieni il resto.””

  1. La situazione è simile a quella che provo per Roma. A parte la sconfitta sentimentale e a parte il fatto che ci vivo da anni. Sentimento condiviso anche da altri amici siculi e non che qui stanno da molto e hanno costruito la vita professionale: vivere a Roma è difficile, lacerante, diluente, ti senti come un elastico tirato al suo limite. Molto difficile gestirsi in una città che potrebbe contenere sei delle più grandi città italiane. Anni passati a dirsi, “si cambia?”. Eppure siamo tutti rimasti. Ancora dobbiamo comprendere quale zavorra ci trattiene mentre un forte richiamo ci tira verso centri più piccoli e disponibili. Si pensava pure alla catalana Barcellona. Anche in questo ci sentiamo come elastici tirati allo spasimo, eppure nulla cambia.
    Prima o poi un cambiamento ci sarà e la decisione andrà presa, prima dello spezzarsi. Alle tensioni bisogna dare soddisfazione, come ai richiami.

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  2. credo che sia assolutamente sbagliato…
    accettare certe cose… rassegnarsi senza lottare… e soprattutto essere infelici…
    se credi che “Bologna” sia la tua medicina… la tua salvezza… buttati a viverla…
    per non aggiungere altri rimorsi… altri rimpianti…

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