Il maestro è tornato. Come sempre, in modo inaspettato.
Per molti anni sembra “sparire”, e diamo quasi per scontato che ormai sia andato in “pensione” … ma poi eccolo lì che rispunta, senza creare hype, con un uso molto basso dei social network.
E a noi piace così, quando torna di botto, ogni volta, eventi epocali.
A 50 anni suonati (come dice anche lui in “Ultima Necat”) il mio artista preferito di sempre e per sempre è tornato con “Chiodi”, album prodotto insieme all’amico Dj Craim, che ormai da diversi anni fiancheggia il maestro.
Devo dire già da subito che mi ha colpito moltissimo, sono passati la bellezza di 7 anni da “Coup De Grace”, che per quanto mi sia piaciuto, così come “Post Scripta”, non mi aveva fatto lo stesso effetto dei precedenti. Sembrava aver avuto un comprensibile calo, nonostante ci siano stati pezzi molto emozionanti, e alcuni che hanno creato una certa audience.
Come “Le Due Metà” (Una cazzo di canzone d’amore! – cit), che sarà la sola che conoscono in molti. Pensate che quando la riascolto penso alla ex di un mio caro amico che se la sentiva, che conoscerà solo quella, praticamente.
È una triste verità riconoscere il fatto che in questo paese in particolare, succede di essere “notato” solo in questi casi.
Il maestro, nella sua carriera, non ne aveva mai fatte, e questa è un capolavoro, come tante altre.
Potrei raccontarvi tanti altri aneddoti, come quella volta in cui lo incontrai a Bologna, sul prato del Botanique, a “rompergli i coglioni”, mentre stava per iniziare la proiezione di “Pulp Fiction”, ed è stata l’unica persona famosa beccata in giro.
È il destino.
Ad ogni modo, “Chiodi” è qualcosa di diverso, di rivoluzionario rispetto al prima.
Si nota già dalla prima traccia-intro:”Boris Karloff”, con il suono cupo del pianoforte. Penso che Don kaos si autociti quando dice che:”il futuro sarà meno divertente”, ricorda un po’ il suo vecchio pezzo:”Domani sarà peggio”.
Dopo si continua alla grande con:”3°Grado”, con un ritmo forte, coinvolgente, profondo e martellante.
Mi ha colpito subito, nel profondo, come un forte colpo di pistola.
Oltre alle basi di alto livello, i testi, il ritmo musicale sono eccellenti, calza tutto alla perfezione, come praticamente tutte le tracce dell’album.
Al ritornello quei “perché?” si sentono che ti colpiscono le orecchie e il cuore, grandioso.
La terza è:”Titanic”, il singolo che ha anticipato l’album, anche qui sento il solito stile, la grande tecnica e profondità di testi e di voce del maestro.
La differenza degli album precedenti, è che mi sembra che sia “tornato” ai “bei tempi” di Karma, mi è piaciuto davvero molto, sembra come se si fosse “ripreso”, e si sta riprendendo la scena che gli è sempre appartenuta, in verità.
Come molti artisti rimasti fedeli a loro stessi, anche qui ci sono pochissimi feat., come per i Colle der Fomento, in “Adversus”, in cui l’unico ad aver collaborato con loro è stato proprio Kaos.
Io sono affezionato a questo modo di fare rap, di fare musica. Perché secondo me faceva risaltare di più i pregi e difetti dell’artista che performa, senza troppe collaborazioni che ormai vedo troppo in giro, o altri effetti particolari.
Se sei bravo, devi anche saperlo fare da solo, anche il ritornello.
La melodia iniziale di “Chiodi”, mi ricordava una canzone dei Beatles, altro pezzo che mi è piaciuto molto: la base è stata mixata con belle variazioni, che hanno esaltato la mia emozione e le mie orecchie, lasciandomi trascinare concentrato ad ascoltare la musica.
Lo stesso effetto me l’ha fatto:”The Outsider”, ma è normale, per me: quando un artista mi piace più di altri, (come alla fine penso sia normale che sia), ci presto maggiore attenzione, totalmente assorbito dall’ascolto.
In più ho potuto notare la grande maturità artistica raggiunta da Kaos, ormai ancor più veterano di prima.
Questo tipo di crescita, andrà sicuramente a braccetto con quella della persona, e per molti aspetti l’ho capito, mi ci sono ritrovato anche io, per l’ennesima volta.
La stessa sensazione me l’ha trasmessa anche “L’uomo dei sogni” con i Colle der Fomento. Infatti, mi ha ricordato molto il mood, lo stile di “Adversus”, delle canzoni con lo stesso Kaos, insomma.
Musica fatta da persone ormai giunte ad un punto della loro vita, in cui ci si accorge e rende conto di tante cose.
Mi sono piaciute tutte, nel complesso. È stato un immenso piacere ascoltare questo album, mi ha dato tanto, come al solito, me l’aspettavo.
Grazie, Don Kaos.
Ce n’è una sola che mi è piaciuta meno:”Kanpai”, ma sono tutte dei FOTTUTI CAPOLAVORI.
10/10, ma sarò di parte? So solo che io non ho trovato difetti.
Fatemi sapere cosa ne avete pensato voi!

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9 risposte a “#Recensione:”Chiodi” -Kaos.”
Per me uno dei migliori album della storia del rap Italiano.Comprato istantaneamente il vinile!Grazie Kaos
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Anche io l’ho preso subito, sto ancora aspettando che arrivi.
Sempre grazie a lui e grazie per il tuo commento!
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Ti posso assicurare, che la canzone le due metà, non è una storia d’amore. Dovresti ascoltarla molto bene.
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L’ho ascoltata molto bene un numero incalcolabile di volte.. stavo citando Kaos che nei concerti diceva così (penso lo faccia ancora!) 🙂
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perché lo chiami… “il maestro?”
io… quando sento questa parola… penso a Franco Battiato…
di Kaos… ho conosciuto da poco… da una blogger che seguo… la canzone… “cose preziose…”
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Oh, noi fan lo chiamiamo così da lungo tempo.. Alla fine Battiato non era il solo!
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non lo sapevo…
sei stato a qualche concerto di Kaos?
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oh sì! Sono uno suo fan da una vita
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[…] Il maestro è tornato con “Chiodi”, un album con numerosi contenuti e variaizoni che mi ha colpito in positivo, nel senso che mi è piaciuto molto più dei precedenti… ma vi invito ad ascoltare per capire cosa intendo.Rece scritta: https://loscittorevolante.wordpress.com/2022/06/14/recensionechiodi-kaos/ […]
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