Come se avessi gli ultimi frammenti di cuore da sparare, le ultime parti di un amore che si sta appassendo, sto scrivendo le ultime cose.
Ho paura, ho sempre avuto paura di molte cose. Ora ho paura di dimenticare. Temo che il sentimento si appassisca, che io possa diventare indifferente e cinico nei confronti di chi, come spero, un giorno, possa tornare.
Ed io, potrei mandarla a quel paese, andando in netto contrasto con chi sono ora. Mi sento libero, sento di essere diventato autonomo, ho una libertà, una consapevolezza, autostima, voglia di impegnarmi, anche se fallisco, non mi abbatto ma penso a riprovare, penso alle prossime sfide.
Questa vittoria, questa liberazione, non è qualcosa che fa stare bene. Mi riempie di tristezza, come quella del rassegnato.
Con il cuore di chi sta finalmente accettando il suo destino, che capisce che non può farci nulla.
Ancora mi viene da piangere, per non poterci fare nulla, per chi se n’è già andato. Non volevo andasse così.
Ora cosa provo? Il cuore sente un dolore diverso, meno intenso. Il dolore di chi pensa che “è andata così, va bene così”.
Il momento del doloroso crescere e maturare, di chi smette di sognare, di chi smette di parlarne, e lo fa per l’ultima volta.
Come se mi perdessi, da qualche parte, nel silenzio della notte, alzando lo sguardo al cielo, fumando una sigaretta, sentendo nel petto quella sensazione che provi quando temi che la cosa resti così per sempre, anche se non vuoi.
Odiosa sensazione della fine dei sogni e delle speranze, anche se le lasci da qualche parte, nella tua casa mentale, nel tuo palazzo, su uno scaffale, nella nostra libreria dell’anima, lasciando la porta aperta, se mai… se mai un miracolo possa mai avvenire.
Ma io, poi, un equilibrio ce l’ho mai avuto? Facciamo a gara a chi si fa più male, scambiandoci le colpe, rabbia vuota, come quella tra l’avere ragione o torto.
Tra i dolori dei rimorsi e i discorsi della coscienza:” Perché devo perdere sempre quello a cui tenevo di più?”
Se solo potessi ritornare indietro, se solo potessi correggere, se solo potessi ricominciare, sì.
Ed invece la realtà ci dà sempre questi pugni in faccia. Il mondo ci ha mentito, forse, facendoci credere che ad una certa, saremmo stati con quello che volevamo, quello per cui ci siamo impegnati.
Resto con i dubbi, gli amari in bocca, domande senza risposta.
Lacrime morenti,
e va bene così.
Fa male crescere, sì.
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8 risposte a “Il cuore Rassegnato.”
è impossibile dimenticare l’amore donato e ricevuto…
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Vero, ma si intende perdere l’interesse e non pensarci più
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ci vuole tempo… per rassegnarsi e non pensarci più…
forse… vorresti… ritornare indietro e ricominciare tutto in modo diverso…
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Sì certo. Ma ormai è tempo di rassegnarsi.
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hai trovato anche il tuo modo per sfogarti…
scrivendo le tue emozioni…
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Esatto
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hai un dono prezioso…
è come una medicina… che ti aiuta a guarire prima… a ricucire le ferite…
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Ci provo…
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