#FoglioBianco:”Non è colpa Mia”.

Non è colpa mia, no.

Non è colpa mia se nessuno mi fa parlare, non è colpa mia.

Non è colpa se qualcun altro prende quello che penso e dico, e decide da sé quello che vogliono dire, non è colpa mia se dopo che scrivo qualcosa, qualcuno pensa che io stia facendo chissà quale cosa negativa.

Non è colpa mia se nessuno mi guarda in faccia, dopo che sbaglio. Se invece di ragionare con me hanno avuto solo la capacità di tagliarmi fuori, senza mai ascoltare e capire un cazzo, senza mai capire che dall’altra parte c’era un essere umano, con fottute debolezze e fragilità.

Che quando sbaglio io una volta, mi stanno tutti a rompere i coglioni, costringendomi ad isolarmi, a pensare male di me stesso, distruggendomi la mente e la vita… mentre io sono davvero stato la persona paziente e comprensiva.

E non è colpa mia, se mi trovo ad essere più distaccato, a diventare in modi che non piacciono nemmeno a me, a pensare di fare del male e spaventare chissà come, al punto che qualsiasi cosa faccio, non va bene.

E non ho altro modo di vivere e di superare o elaborare le cose, se non scrivendo, e guarda, continua a guardarmi, continua a non capirci un cazzo.

Perché tanto prenderai solo quella parte che ti conviene a te di ‘sto discorso, a convenienza, da usare contro di me.

Perché son tutti vigliacchi, qua. Nessuno ha il coraggio di affrontarsi, confrontarsi, parlare.

E nemmeno a me piace continuare a pensarci, ma non è colpa mia.

Perché poteva finire tutto se non si sceglieva la violenza, però quella vera, l’unica davvero usata.

La verbale, sì.

Non è colpa mia se io ho agito in un modo, se mi hanno creato così, insomma. Se sono un mostro, non ho scelto io di esserlo.

Perché volevo essere ben altro.

Non è colpa mia,

se sono diventato il riflesso della paura degli altri, sono diventato loro, quello che hanno paura di vedere dentro di sé.

Perché sono sempre stato più bravo di molti, a capire tante cose, persino loro stessi.

Perché dentro mi riesco a vedere, senza paura.

E posso farlo per gli altri, forse è un vizio, forse è per questo che poi la gente, scappa via.

Insieme con il fatto che vogliano imporre il loro punto di vista sul mio, e le cose si rompono, e lo capisco, sì.

Ma non è colpa mia.

Mi fa ridere continuare ad essere guardato, giudicato, quando bastava parlare, bastava imparare a vivere in questo mondo, e non fare come dei sclerati viziati.

Forse vi hanno abituato ad avere quello che volevate, senza aprire la mente al fatto che c’è chi la pensa diversamente, che bisogna avere rispetto delle opinioni differenti.

O forse vi hanno raccontato il mio passato, che sarà romanzato, gonfiato, come voi state facendo oggi, sempre io, la “bestia”.

E forse anche per quello che sono cambiato, forse c’è sempre qualche “radice”, di cui occuparsi, ma io ho visto molto più di tanta gente, che a guardarla sembra sia capace solo di lamentarsi, restando nel loro mondo fatato, senza capire mai la sofferenza e manco il lavoro.

Facile dire:”gnegne l’amore nn esiste”, quando sei un povero ricco mantenuto.

Sai, a voi il privilegio di essere normali, o poveri non ve l’hanno dato mai. Non avete mai capito cosa vuol dire avere, senza poter voler dare.

A voi è bastato e basta ricevere, se pensate a donare, capite solo di dover offrire qualcosa da bere.

Ma tanto non fate manco quello: io invece, anche se è capitato poco, ho aiutato persone in giro per le città in cui sono vissuto, a portare qualche cosa di pesante dentro casa, dentro negozi, aiutandoli a rialzarsi, o a tenere aperto un portone.

Se lo fate voi, lo fareste suonare come se dovrebbero baciarvi i piedi.

Io lo faccio perché a me, dare, piace.

Io sono esattamente quell’amante, quell’amico che vorreste avere, quello che voi donne cercate disperatamente, ma nei posti sbagliati.

E non è colpa mia se non lo capite,

non è colpa mia, se mi avete voluto perdere.

Non è colpa mia se continuo a pensarci, non è colpa mia se ne voglio ancora.

E non è colpa mia, se poi me ne andrò davvero, e infatti così sarà.

E non è colpa mia se hai letto, e non hai capito un cazzo per l’ennesima volta.

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