Il nuovo film della Pixar, Red, presenta grandi spunti, ma anche grosse similitudini ad altri della stessa casa. Abbiamo una storia già sentita: la ragazzina/ragazzino che è in contrasto con qualche membro della sua famiglia, con cui alla fine, in qualche modo farà pace.
Similitudini con “Onward”, con “Luca” che ho recensito pure, quindi, per molti aspetti, niente di nuovo.
Cambiano alcune dinamiche, però.
Protagonista femminile e tutti i personaggi principali sono donne o ragazzine.
È “Turning Red”, in cui Meilin “Mei”, una persona appena entrata nel periodo adolescenziale, oltre ad affrontare le nuove difficoltà che questo momento della vita ha, vuole anche andare al concerto dei suoi idoli, che la madre considera però, qualcosa di ben poco educativo.
È una donna all’antica, ci sta, considerando anche che è ambientato nel passato, il 2002. Al tempo anche io avevo 13 anni, in effetti.
Ciò ci fa pensare che la protagonista dovrebbe avere all’incirca la mia stessa età, pensate voi.
Lei, il padre e la madre, gestiscono un tempio che cura il culto del “panda rosso”, senza nessun dio, ma loro antenati.
Ad un certo punto, Mei, si sveglia trasformata in panda rosso, ma non nella sua reale dimensione, ma grande e grossa come un orso.
(I panda rossi, come potete vedere: https://it.wikipedia.org/wiki/Ailurus_fulgens sono molto più piccoli).
Si scopre che questa trasformazione, fu voluta da una loro antenata, che chiese agli dei di avere il potere di trasformarsi in questa bestia per proteggere la famiglia dai banditi e altri nemici, in epoca di guerre in Cina (suppongo sia lì, ma non ne ho chiaramente la certezza assoluta).
Questo potere si è tramandato nelle varie generazioni, a quanto sembra, colpendo i membri di sesso femminile, solamente.
Però, l’umano che entra in contatto con la bestia, può causare la difficoltà di controllare questo disequilibrio, ogni volta che si prova un’intensa emozione, ci si trasforma.
Possono fare in modo di sigillare il potere in qualche oggetto, Mei all’inizio non vede l’ora di sbarazzarsene, poi userà il potere per il suo profitto e, in qualche modo, si affeziona a quel lato, che ha causato anche un cambiamento caratteriale, rendendola meno timida, più sicura di sé e determinata.
Per farla breve, alla fine vorrà tenersi la sua trasformazione, diventa davvero capace di gestirla, però la madre non sarà d’accordo…
Alla fine, dopo una grossa lite (senza darvi tutti i dettagli), andrà tutto per il meglio.
Come detto, è una storia molto simile alle altre, con questi contrasti tra genitori e figli, come nel caso di Luca, appunto.
È molto piacevole e scorrevole, anche abbastanza breve, non troppo pesante.
Queste però, sono opinioni di un 30enne che ancora si guarda cose del genere, se un bambino li vedesse, non noterebbe la similitudine tra un film e l’altro.
Del resto, quelli con particolarità di rilievo non sono molti, è normale.
Suppongo però che abbiano voluto dare un grande ruolo alle donne, facendocene vedere di forti, infatti il carattere della madre di Mei e di suo marito sono molto differenti, ma ciò sembra non togliere niente a nessuno.
Se volessimo trovare qualche pelo nell’uovo, potremmo supporre che questo film sia un inno al femminismo, ma non facciamoci troppo caso.
Certo, sarebbe semplice se tutti noi potessimo avere qualche “panda rosso”, per cambiare la nostra vita più facilmente, eh?

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