Non c’è “giusto o sbagliato”, se ogni punto di vista può avere le sue ragioni, se non si può mai dare una totale percentuale di torto o ragione.
Non si scappa da noi stessi, come non si può annullare o cancellare del tutto un torto o una ragione, non si può giustificare una persona, renderla esente da colpe, perché quando succede di fare cazzate o torti, se ne ha sempre un po’ da una parte e un po’ dall’altra.
Mi è capitato di sentire storie o confronti, in cui si tendeva a giustificare o proteggere una persona da qualsiasi torto, solo in quanto donna e di conseguenza, non è mai stato possibile trovare un’analisi veramente oggettiva. Gli uomini (me compreso), diventano spesso deboli e ciechi alle verità.
Ricordo e non dimenticherò, che tentavo di spiegare gli errori di una persona chi consideravo una persona fidata e lui disse:
- Cos’ha sbagliato lei?
In un tono di sfida, di uno che non ammette repliche. E dal mio silenzio che è seguito, sarà anche stato convinto di aver conquistato la ragione.
Invece, io mi stavo accorgendo che non c’era più nulla da fare, che per quanto lotti, le cose non le cambi. Che certe mentalità restano ferme e tarate.
Quindi rimasi zitto, mi ero accorto che non c’era più niente da dire. E ho capito che la mia fiducia era stata mal riposta, non tanto perché qualcuno potesse tradirmi, ma perché stavo dedicando il mio tempo a chi non era mai stato disposto ad ascoltare.
Dato che qui la gente sente la necessità di prevaricare, di avere ragione, ma nessuno è mai veramente disposto a mettersi nei panni dell’altro.
È bello dirmi che IO sono un egoista, che IO non riesco a farlo e dire in continuazione che quello che faccio, penso, provo è “palesemente sbagliato”.
Ed è bellissimo veder fare le stesse identiche cose di cui io vengo criticato, si predica bene, si razzola MALISSIMO.
Divertente doverlo dire proprio io, colui che per lungo tempo è stato considerato ben poco “razionale”, e “poco cinico” ed ora, mi ritrovo ad esserlo più di chi “si aspettava” che lo fossi.
In fondo, dipende tutto da come una storia ci viene raccontata, no? Così che ognuno possa sempre avere ragione, avere la ragione dalla sua, o avere la protezione di chi pensa, e dice: “poverina”.
Quando i poveri bastardi come me, che nessuno guarda in faccia, a ci tutti vogliono dire cosa fare, come vivere, cosa pensare… beh, restano soli e capiscono che in fondo, lo sono sempre stati.
Che l’unico che può aiutarmi davvero sono solo io, che se vuoi aiutare lo fai sostenendo, ma mai mancando di rispetto all’altra persona, ripetendogli che ciò che pensa, ciò che crede sia sbagliato, facendo il presuntuoso, baldanzoso e volendo precaricare, convinto di avere ragione.
Siamo tutti bravi a fare i buonisti e i tolleranti quando si tratta di cose che non ci riguardano direttamente, prendendo e difendendo i “fratelli” ucraini, ad esempio, che prima non cagavamo, ma ci sta: è BENISSIMO farlo in questo istante.
Il problema è che si sente il fetore di ipocrisia ancora una volta.
Ed io sento di essere stato di nuovo preso per il culo, a pensare quante cose sarebbero state evitabili, che certi rapporti sarebbero potuti continuare, che sono finiti … per una sega mentale.
Ed ho ancora dentro di me l’ottimismo, voglio ancora bene, spero che non succeda nulla di male a nessuno, io, considerato il violento.
E quando mi sono messo a pensarlo, a sperare che non succeda nulla di male con questa guerra… pensando a chi ancora voglio bene, mi sono reso conto di quanto, appunto, gli volessi bene per davvero, ed è sempre stato così.
Perché quando si ha un sentimento puro, spontaneo, dopo che elimini la corruzione, le cose con cui è stato intossicato, contaminato, torna nella sua interezza.
E ci sono cose da cui non si può scappare.
Per me, la verità è proprio quella di un sentimento che è nato senza “perché”, mentre mi barcameno tra la razionalità e non, comprendendo, che – a differenza di ciò che pensano in TROPPI – come non c’è un punto di vista più “GIUSTO”, la stessa cosa vale per il sentimento e la ragione, non è che una cosa è migliore dell’altra.
Del resto…
“Finché tiene il cuore,
ci vediamo in giro,
con le mie, con le tue paure
… l’han chiamato vivere”.
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