Altro prequel de:”Un Piromane in Ferie” , narrano le vicende di un Giorgio più giovane, quello che è (o sarà) il piromane.
Un’adolescenza ribelle, strana, pazzesca e solitaria, in una Torino di qualche anno fa, nel passato, negli anni ’90-2000.
Altro prequel de:”Un Piromane in Ferie” , narrano le vicende di un Giorgio più giovane, quello che è (o sarà) il piromane. Un’adolescenza ribelle, strana, pazzesca e solitaria, in una Torino di qualche anno fa, nel passato.
ATTENZIONE: si precisa che, come altri racconti del blog (poesie incluse), questa è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, eventi, reali (varie ed eventuali) è puramente casuale.
Dato che nessuna delle persone descritte esiste realmente, e quindi non vive le sperienze descritte. (Ovviamente).
Puntata precedente: ”Siamo una Famiglia!”
(Siamo sempre nel capitolo: Il Muretto “
Parte 7: “Vivere il Momento”
Passammo il resto della giornata a fare quello che avevamo già fatto, verso le 18.00, decidemmo di darci una calmata, per cominciare a tornare sobri.
Allora avevamo deciso di comprare e di bere un po’ d’acqua per farlo, e prendere anche altre cose per Ofelia.
In fondo era possibile vivere in quel posto, pensavo, e credevo fosse veramente figo. Una parte di noi invidiava la nostra amica, perché la reputavamo libera, autonoma, e molto forte.
La verità era un’altra, ma non ci stavamo facendo realmente caso.
Stavo comprando alcune cose al supermercato, e in un attimo, sembrò che la lucidità mi tornasse di botto, come se mi stessi svegliando da un sogno lucido.
- Woah!
La testa parve girarmi, mi guardai intorno, come se non mi fossi reso conto di dove fossi. La gente mi guardò, perché sembrava stessi per cadere a terra.
Mi tolsi il berretto di lana, accorgendomi improvvisamente che avevo caldo, e bisogno di aria, e mi ricordai anche della promessa fatta di restare con la mia amica, di notte, in una casa abbandonata.
Per la prima volta nella mia vita, avrei passato la notte con una donna, con una ragazza.
La sobrietà mi restituì un po’ di imbarazzo di pudore, e mi venne l’ansia.
Appena uscito dal supermercato, prendendo acqua e altre cose per la notte, mi domandai se dovevo comprare dei preservativi. Fui rapito dalla paranoia, uno dei peggiori effetti collaterali dello sballo.
Alla fine mi decisi, e li comprai comunque, in una farmacia, insieme ai famosi cerotti.
<< Non si sa mai>>. Pensavo. <<Mi sembra che sia palesemente attratta da me. E se capita?>> Tremavo, tenendo in mano quella scatolina di profilattici.
<<Oddio, di notte, lì. E se succede qualcosa di brutto? Se dovesse arrivare qualcuno? Devo avere qualcosa per difenderci!>>
Mi venne un vero e proprio attacco di panico, mi sentii il cuore battere all’impazzata, mi lasciai scivolare a terra, tenendomi il petto, sballato e ubriaco.
Ebbi l’istinto di prendere una bottiglietta d’acqua dalla busta, lavarmi la faccia e bere per riprendermi, funzionò.
Scappai via da lì, sotto gli sguardi incuriositi e preoccupati dei passanti.
Ero imbarazzato, ma cercai di dissimulare un po’ di sobrietà:
- Scusate, ho mangiato pesante! – Dissi loro, abbozzando un sorriso.
<<Ma che cazzo faccio? Mi frego di loro>>, pensai, andando via.
Mi venne in mente che dovevo anche avvertire casa mia, se stavo fuori quella notte. Era così complicato farlo, però.
La mia situazione familiare non era così grave come quella di Ofelia, ma…
Mio padre diceva che aveva trovato un lavoro migliore in un’altra città, e voleva trasferirsi, anche da solo, mia madre sospettava che avesse un’altra, e volesse abbandonarci.
Io non sapevo cosa pensare, ma l’aria era tesa, ed io mi ero lasciato andare, scappando da quella situazione, senza essere dalla parte di nessuno dei due.
Al tempo non c’erano ancora i telefoni cellulari, usai una cabina telefonica e provai a chiamare a casa, ma… nessuna risposta.
Ero abbastanza lontano da casa, con la spesa, e il tempo che stringeva.
Decisi di tornare dagli altri, senza darmi la pena di tornare a casa, e poi uscire di nuovo. Eravamo presi dalla fame chimica, e allora avevamo deciso di mangiare qualcosa nei dintorni.
Stavo vivendo senza guardarmi indietro o avanti, vivevo solo nel momento.