Primo capitolo del Romanzo a Puntate:”Prendetevi anche il Cielo”.
Qui trovate l’introduzione.
ATTENZIONE: si precisa che, come altri racconti del blog (poesie incluse), questa è un’opera di fantasia. Ogni riferimento a luoghi, eventi, reali (varie ed eventuali) è puramente casuale.
Dato che nessuna delle persone descritte esiste realmente, e quindi non vive le sperienze descritte. (Ovviamente).
Avevo scritto questo libro per la prima volta nel “lontano” 2019, ho anche partecipato al “premio Graziano”, con esso, finendo nelle menzioni speciali.
Lo riscrivo da capo, come una specie di prequel de “Un Piromane in Ferie”. Infatti qui appare Valentino, personaggio che Compare verso la fine del suddetto.
I°Alba
Ricordo quell’estate, non me la dimenticherò mai: ricordo quel giorno come se fosse ieri.
Era quella la sera d’estate che avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
Mi ricordo che avevo perso i documenti la sera prima, e in quella giornata d’agosto, afosa, avevo a che fare con dei flemmatici impiegati al comune, che avevano ben poca voglia di darmi una mano.
- Valentino! – Ripetei quasi urlando al chi doveva rifarmi la carta d’identità. Era l’ennesima volta che ripetevo il nome. Ero stufo.
Flemmatico e lento, quasi come se si svegliasse da un sogno, mi guardò stupefatto:
- Ho capito, non c’è bisogno di urlare.
Certamente non era molto volenteroso di stare lì, ma io, meno di lui. Avevo 23 anni all’epoca, e avevo ben poca pazienza nei confronti di persone del genere.
A loro faceva comodo così: far fare a me la figura del “nervosetto”, quando loro se ne stavano tranquilli, con l’aria condizionata, seduti, senza fare praticamente un cazzo dalla mattina alla sera.
- Mi scusi, – feci io, – ma l’ho ripetuto più volte… è sicuro di sentirci bene? – Feci il gesto di portarmi il dito all’orecchio.
Non rispose alla mia provocazione. Non ero nemmeno io il più buono di tutti. In effetti, da queste parti è sempre così: devi comportarti come gli altri, anche se non sei d’accordo, per non farti mettere i piedi in testa, e cazzi in culo.
Ottenni ciò che volevo, però. Ebbe fretta di mandarmi via, e infine, si sbrigò a farmi i documenti.
Dopo andai via. Quel caldo mi faceva in effetti, diventare piuttosto nervoso, devo ammetterlo. Ero in vacanza, del resto. Non c’erano esami in vista, e stavo passando delle belle serate.
Nonostante forse, facessi meno di loro, un po’ li invidiavo: pensavo alle belle macchine che avevano, al fatto che non si “spezzassero la schiena” … avevo pregiudizi verso di loro, come un po’ tutti.
Ma da queste parti, si sa: è tutto lento, perché nessuno ha voglia di lavorare per davvero.
Avevo sete, andai al distributore del comune, e, come se non bastasse, scoprii che faceva anche piuttosto schifo.
Nemmeno la finii, la buttai, e andai alla mia macchina. Intenzionato a dimenticare tutte quelle cose negative, pensai alla sera prima…
Forse avevo perso i documenti, quando, finalmente, riuscii a baciarla.
Lei, bellissima, con l’altezza e il fisico giusto. Aveva un culo meraviglioso, e ancora più splendido, sorriso.
Accesi la radio, mi misi un brano allegro:
“How do You want it? How do you feel it?”
E così, iniziai a distrarmi, pensai a quel momento, in cui ero con lei. Ridevamo, scherzavamo, eravamo soli.
Ad un certo punto, non riuscii più a resistere, ogni volta che la guardavo volevo baciarla.
E così feci, e credo che da un po’ brilli, tra un bicchiere e l’altro, il portafoglio mi era caduto, o qualcuno l’aveva preso… ma poco importava.
Se il “prezzo da pagare” era quello, per stare con lei, mi andava benissimo.
Del resto, avevamo anche passato il tempo ad abbracciarci, a toccarci un po’ ovunque, tranne lì, dove si cominciava a “fare sul serio”.
Ma il fatto di aver perso i documenti mi frenò, per così dire. Infatti, avevo perso i soldi, ma non la mia carta bancomat e la patente: quelle le lasciavo in auto. Le usavo solo quando serviva, una piccola precauzione, proprio in caso in cui cose del genere sarebbero accadute.
Comunque, ci eravamo detti di sentirci il giorno dopo, erano ormai le 2.00 di notte quando accadde tutto ciò.
E io mi ero abbandonato del tutto, tra le sue braccia; mi sentivo innamorato.
Del resto, “Avevo solo Vent’anni”, e questo mi importava.
Misi quella canzone, in radio, dopo quella di Tupac. Mi sentivo come in quella canzone.
“Avevo tasche stracolme di cazzate orientali
Ottimismo da spiaggia e coltellini speciali
Credevo a Maometto come a Babbo Natale
Che fondamentalmente è uguale
Avevo solo vent′anni
Avevo solo vent’anni
Avevo solo vent′anni
Io quando avevo vent’anni ero uno stronzo”
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3 risposte a “I°Alba (parte 1):”Avevo solo Vent’anni””
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