Avevo già letto il manga di “Stone Ocean”, la parte 6 delle “Bizzarre Avventure di JoJo”, che non mi era piaciuta moltissimo, facendo il confronto con le altre, almeno.
Ma essendo un “JoJofan”, mi è piaciuta tanto, come tante altre.
Tuttavia, qua non parliamo del manga, ma dell’anime, tanto atteso. Ci vogliono sempre degli anni per fare in modo che facciano uscire una parte nuova, nonostante l’enorme fama.
Cos’è “Stone Ocean”? è la part 6 della famosa serie, sopracitata, che vede come protagonista l’unica donna/ragazza (finora) Jolyne Cujoh la figlie di (udite udite) Jotaro Kujo. (non ho idea perché il cognome cambi da padre a figlia, non chiedetelo a me).
E cosa succede? Viene incastrata per un omicidio, e finisce in prigione. Tutto ciò viene ordito da un misterioso nemico, che ha pianificato tutto questo per avvicinare il padre di Jolyne. Hanno del rancore nei suoi confronti alcuni ex-seguaci di Dio Brando.
Oltre a questo, dovrà vivere in carcere da innocente, e fare la vita da prigioniera, imparando tutte le difficoltà della vita da detenuta.
Anime prodotto dalla Warner Bros. Anime, come anche “Vento Aureo” e “così Parlò Rohan Kishibe”, mi ha fatto una bella impressione.
Innanzitutto la qualità delle animazioni, per me è indiscutibile. Del resto, mi immaginavo qualcosa di talmente buono, dalla Warner Bros, e, anzi, rispetto alla parte precedente, sono migliorati.
Non ho capito questo vizio che hanno in giappone, ultimamente, di far uscire gli anime a “spezzoni”, così come hanno fatto con “Attack on Titan” e “Seven deadly Sins”. Fastidioso.
Infatti, avevo capito male! Non hanno fatto uscire “Stone Ocean” tutto intero come avevo capito.
Sono uno che preferisce guardare gli anime che leggere il manga, ma, devo dire che per JoJo, come avevo già scritto, faccio un’eccezione.
E sarà paradossale, ma riesco a seguire di più una serie, che un manga, nonostante io li guardi in lingua giapponese e devo leggere i sottotitoli, cosa che la gente trova fastidioso: io mi sono abituato a leggere velocemente, così da non perdermi mai le scene, le espressioni facciali, e il resto.
Si può dire che gli anime, sono, in effetti, le serie tv giapponesi. I personaggi, agiscono proprio come gli attori, anzi: in maniera ancora più innaturale e fantasiosa, chiaramente.
E i personaggi di JoJo, hanno un’esagerata espressività e gestualità, una delle loro caratteristiche principali, a dire il vero. Una di quelle cha ha reso tanto famosa quest’opera. (Anche tramite i vari meme).
È chiaro che vi do una mia opzione, in quanto per me, trovo più “comprensibile”, l’anime rispetto al manga.
Forse divento più concentrato, sarà grazie alla musica, al modo in cui il video può essere, ormai, un mezzo più potente di intrattenimento: immagini in sequenza, che, grazie alla tecnologia, rispecchiano la realtà in un modo più… “completo”.
Insomma, uno dei migliori pregi di questa prima parte, finora, è la capacità di far comprendere meglio la trama rispetto al manga, insieme ai poteri degli stand, ecc.
Forse la concentrazione viene agevolata dall’adrenalina che viene trasmessa proprio dalla serie animata, quando la guardiamo, penso sia per questo.
Comunque è un ottimo adattamento, finora: mi sta facendo cambiare idea su una parte del manga, che non avevo particolarmente amato, mi era solo piaciuta.
È il “potere” dell’anime: così come per molti film e serie tv, in fondo.
E questo, finora, è il più grande pregio, secondo me.
E questa è l’opinione di un’opera parziale, quando finirà, vi darò una recensione più completa.
Alla prossima, dunque!

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Una replica a “Recensione:”Stone Ocean” (Serie distribuita da Netflix) – Prima parte.”
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