Parte 9 qui.
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Era tutto finito, ormai l’uomo poteva sentire diverse parti di sé stesso, ormai morte, disperse, finite.
Dopo tanta violenza, era stanco altro che “guerra”, non voleva minimamente combattere, voleva solo trovare pace, ma, purtroppo, non dipendeva solo da lui.
Infatti, sapeva che ormai, non aveva altra scelta, ma lui, non possedeva particolari conoscenze combattive: doveva lasciar fare ai suoi accompagnatori.
Questo lo faceva ridere, data la sua rabbia, con cui non riusciva più ad andare avanti, avesse comunque qualcosa di… terribile, sì.
Non voleva mai fare nulla di violento, ma aveva sempre una voglia di sfogare in qualche modo la sua frustrazione ed insoddisfazione.
Ma spesso, dopo tutto, non rimaneva altro che qualche lacrima, dopo aver tanto sbagliato.
Ma adesso, quale obiettivo c’era?
- Ormai, cosa c’è da fare? Possiamo andarcene, non c’è nulla da fare, qui. – Affermò.
- E allora, sei pronto per la nuova vita? – Domando Gugu.
- Forse, non ancora.
- Vieni con noi. -Suggerì Randurass.
Il demone, condusse inizialmente i due compagni, nel luogo dove si erano visti all’inizio, dove c’era anche Ceppe e Guguceppe.
Come sappiamo, il serpente, dato che era la “rabbia” dell’Eracolatore, era stato lasciato libero, invece, l’altro comparve lì e li salutò.
Eccolo lì, con una parte del cervello esposto, e l’altra viva, una parte della faccia era bruciata, un mostro.
Era tendenzialmente molto silenzioso, quella volta disse all’uomo una cosa sola:
- Sono il tuo passato.
Vollero condurre l’uomo in un altro posto, e così, di nuovo si volevano spostare, Gugu dichiarò di voler usare una mongolfiera. La sua.
Era però posta in un luogo abbandonato, un po’ lontano.
Così, andarono tutti insieme dove voleva condurli il demone.
L’eracolatore aveva avuto delle visioni, sapeva dove stavano andando, aveva sognato alcune cose.
Ed era alquanto bizzarro, ma negli ultimi tempi, le sue sensazioni di Deja-vù stavano aumentando.
Sentiva come se avesse vissuto fino al quei momenti, solo per viverli, e non solo: aveva previsto, nonostante tutto quello che era successo tra lui e quella persona, che in qualche modo, sarebbero tornati insieme.
Ma era giunto il momento di smettere di pensarci una buona volta, e di vivere, appunto, nel “nuovo mondo”.
Tuttavia, non era detto che ci sarebbe riuscito tanto facilmente, infatti, il passato era lì, accanto a lui.
Giunsero di fronte ad una grande torre, fatta sia di ferro che legno. Dall’aspetto sembrava quasi la torre Eiffel, però, era molto strana. In alcuni punti era più grossa, in altri era scoperta e si vedevano solo le travi, in altre, no.
All’improvviso, comparvero alcuni esseri: uno era come Randurass, aveva la testa di gaza ladra, aveva un abito viola, una sciarpa nera, e un cilindro viola, con una pinsa enorme dallo stesso colore, che emanava scariche elettriche.
Era accompagnato da un grosso uomo nero, con un’armatura dello stesso colore, armato di un’alabarda.
E da un altro uomo, più basso e grasso, armato di fucile.
Sembravano essere decisamente intenzionati a fermarli.
Gugu disse all’Eracolatore:
- Vai, sbrigati, li fermeremo noi.
L’uomo con la testa di gazza ladra, puntò subito a Randurass, che disse:
- Ah, li riconosco, che siano qua per vendicarsi quando mi ero introdotto nella fortezza?
- Di che parli? – Domandò l’Eracolatore.
- Vai, vai via! – Urlò Gugu, mentre cominciava a combattere con il cavaliere.
E così l’uomo corse, si diresse verso quella grande torre.
L’ingresso, era costituito da una grossa porta di legno, si voltò un secondo, prima di valicarla, e guardò i suoi compagni.
Doveva affrontare quella prova da solo, così credeva.
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