Certe musiche ti entrano in testa, nel cuore, per non andarsene mai. Questo succede quando ascolti la musica perfetta, quella in cui ti rispecchi, quella che ti fa sentire peggio, mentre ti fa sentire meglio.
Ed è questa la sensazione provata per “Ci Sentiamo poi” di Moder. Ultimamente lo sto ascoltando così tanto, che mi sembrava difficile NON farci una recensione.
Si potrebbe dire, che certe musiche son fatte apposta per noi, la gente “presa a male”. E il mood di molti della “Glory Hole Records” è quella.
Vedete Murbutu e Claver Gold, ad esempio: altri due artisti che adoro.
Questa musica è come una guida: ci fa sentire meno soli. Ed è incredibile come io riesca a trovare sempre la musica giusta nei periodi che vivo.
Vedete: “Ci Sentiamo poi” è un agglomerato di rabbia, di depressione, nostalgia. E tutte quelle emozioni negative, espresse nel modo più bello possibile: con la musica.
E mi ricorda tanto l’Emilia, Bologna. Esattamente quei posti da cui proviene Lanfranco: “il Lato Oscuro della Costa.”
Del resto, il rap mi ha sempre fatto l’effetto di essere qualcosa per esprimersi, in tutti i modi, per dare voce a chi la soffoca.
Questa è la musica: il potere di esprimersi, e farlo nel modo giusto, insomma.
Penso che il “messaggio” del disco sia, come da titolo: “Ci Sentiamo poi”, una menzogna, una frase di circostanza, un rimpianto, un dolore sordo.
“Ehi, ma ti ricordi di come era prima?
Ho uno zaino di birre in lattina
Quanto ci è costato stare in prima linea
Io ho uno zaino di birre in lattina
Tu con un asciugamano a riva
Io con uno zaino di birre in lattina
Il mondo sulle spalle mentre ci colpiva
Ehi, ho uno zaino di birre in lattina.”
La seconda traccia, che mi ricorda gli anni passati, e non solo con il testo, la musica, che mi ricorda il passato.
Una vita sbandata, una vita disordinata, una vita che volevo vivere, per sentirmi libero. Ed ora, non mi sento più così.
Mi ha colpito la parte finale della canzone, urlata, con rabbia. Una rabbia che sembra stata repressa a lungo, come se ormai, si sa, certe cose non tornano più.
“Ho scoperto che sono quello che sono stato”, dice in “Bimbi Sperduti”, con Claver Gold, la traccia successiva.
Musica che ci suona la tristezza della vita passata, finita, certe cose appassite.
È come una parte di noi che muore: non passa solamente dalla mancanza delle relazioni, di certe cose che ormai, ci dicono che ormai, erano appartenute a tempi ormai morenti.
Era una gioventù bruciata, che appunto, ormai è cenere.
Una sensazione simile, me la offre “Piccola Iena”, in cui, in una frazione di essa, si sente di nuovo, questo urlo soffocato, dopo il primo ritornello.
“Annaspo mentre mi guardi cercando di impressionarti
E intanto conto gli schiaffi in piedi senza schivarli
Scegli: diventare adulti o essere grandi
E conto gli anni in piedi senza schivarli
Scegli: diventare adulti o essere grandi …
C’hanno insegnato a sognare per stare su di giri
Se sta palude è una madre che ammazza i suoi bambini
Sembra di imitare le smorfie e fingerci felici
È proprio quando fa male che allora tu ridi…”

La musica rievoca le atmosfere richiamate nei testi, ho amato anche “Notti di Catrame”.
“Dicono che è giusto avere desideri
Ma di prepararsi agli urti, giorni crudeli
Dicono che è un lusso cadere in piedi
Sbuccio le ginocchia, quello è sangue insieme ai segreti
Insieme ai segreti, tu volevi il sangue ed ora lo vedi
Dai facciamo i seri, sai che ci credevo
In quelle foto in posa a fare il dito medio
Quando il fuoco brucia dentro vedi nero
E sapevo che bastavi tu e la base nello stereo”.
E qui, vi riporto una parte di un’intervista di Moder, presa proprio da Genius, cercando il suo testo, e credo ci possa dare la possibilità di caprie al 100% le sensazioni date da questa canzone, da questo album:
“Il futuro è un pescecane che ci sbrana pezzo per pezzo e la fine è ugualmente scontata per tutti. In questo casino di mondo dove tutto pare avere una scadenza ed un prezzo io mi sono chiesto cosa volessi, non sono sicuro di saperlo, ma l’unica risposta che mi è uscita è “non voglio diventare ricco ma avere una scelta”.
“Essere normale non è niente male”
- “Dall’altra parte”
Per ogni artista che scopro, o quasi, spesso capita di ritrovare una “Cose Preziose”, ovvero quella canzone iconica, il capolavoro, e quella che mi entra nel cuore.
Questo è il caso di “Quando Torni a Casa”, la tredicesima traccia, che, ho scoperto, è stata dedicata alle figlie.
Credo però, ci possa riguardare un po’ tutti. È la mia vita ora, questa canzone, e non c’è altro da fare che amarla. A volte mi son commosso ad ascoltarla.
“Sai, la vita spesso è rifare da capo, ti diranno: “Non sei in grado”
Vorranno spiegarti tutti che cos’è sbagliato
Che il giusto ha il suo contrario, nel dubbio
Dipingi i palmi d’azzurro ed avrai il cielo in mano
Poi dovrai soffrire e odiare chi ti ha amato
Anche se scappi dentro le valigie troverai il passato
Se parlerai di quel cavallo alato diranno che l’hai immaginato
Ma quel che hai in testa è tutto vero, tienilo ordinato”
E ancora:
“Ti diranno che poi il male passa, e che il dolore è un’arma
È una bugia, il male resta dentro e un po’ ti cambia
La rabbia resterà, devi imparare ad accettarla
Se sei stanca, tieni acceso il fuoco e fagli la guardia
Poi ti prego, sbaglia
Tanto non puoi evitarlo quindi mettici la faccia
Il tempo corre quindi balla
La fatica ti fa forte, tiella stretta tra le braccia”.
Questo pezzo, per me è il capolavoro di Moder.
Sono parole per tutti, credo: lezioni di vita, la vita di tutti noi che vanno in un certo modo. Specialmente per me. Questo pezzo parla di me, e quindi, per me.
Se non trovo un modo per uscirne, perlomeno, mi sentirò meno solo nel mio dolore.
Grazie, Lanfranco.
Forse, siamo molto simili, chissà.
Ottimo album che stra-consiglio. Questo, era, in fondo, il mio tributo alla musica, come al solito.
Bella lì.
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4 risposte a “#Recensione:”Ci Sentiamo Poi”. (Moder.)”
[…] a Moder e Don Diegoh, questo disco sarà (già è) la rappresentazione più adatta del mio umore, della mia […]
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[…] Ancora, scusate. Il buon Lanfranco è diventato la guida della mia vita negli ultimi due anni, ed è stato un piacere sentirlo anche qui. Tra l’altro, un a chicca: è la prima volta che Moder appare in un disco di Murubutu, e il prof era già comparso in “Ci Sentiamo Poi”. […]
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[…] Recensione “Ci Sentiamo Poi”: https://loscrittorevolante.com/2021/07/20/recensioneci-sentiamo-poi-moder/ […]
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[…] Lo scrittore volante. Recensione Musica Rap, Youtube, Youtube e Web 11 agosto 2021 1 Minute #Recensione:”Ci Sentiamo Poi”. (Moder.) […]
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