C’era una volta, un piccolo ragazzo,
che della vita non ha mai capito un cazzo,
che ha sempre solo pensato di essere un pazzo.
Senza direzione, “quasi quasi mi ammazzo”.
C’era una volta un uomo che era capace di amare,
più di altri, era il suo credo, senza non si può stare.
Pregare, questo era quello che faceva sempre, essenziale.
Questa modus operandi, come quando sento le cicale.
Le cicale, che volevate vedere da vicino,
avete reso anche me un po’ bambino.
Un po’ più di primo, piano, pianino.
Mi sono sentito finalmente utile,
più del mio esistere in un rudere futile,
più del mio castello, umile,
e trovato la forza di fare come il pugile.
Il guerriero che non si arrende,
che la speranza non appende,
La luce dentro si accende,
Queste, le rime delle calende.
Ricordo ogni storia che posso scrivere, che si addice,
La recita con Emotrix, Alice,
sei tu l’attrice,
e grazie a voi sono più felice.
(ritx2)
Pieno di lacrime, questi occhi,
perso, nel paese dei balocchi,
siete stati i miei “marmocchi”
e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.
Il sorriso, con i ritocchi,
come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.
Mi è stato donato un giocattolo,
un triciclo, non l’ho chiuso nel barattolo.
L’ho appeso alle chiavi di casa,
chiavi quindi del cuore, su questo si basa.
Conservo ogni assurdità,
qua, ogni ricordo è preziosità,
ho questa fissa, sto in fissa,
missa, che son perso in lista.
Chissà, se questa canzone sarà una mina,
chissà se potrà piacere a Yasmina.
Racconto le storie, quasi nascondendole,
mentre rendo pubblico il mio punto debole.
È tempo per il re di fare regole,
Adam, mi rincorri con le tue mandibole.
Il morso del sogno strano,
Carol, cosa vuoi che sia, un suono strano,
invano, provai a dire no, quando volevi prendere le cicale,
E ora mi chiudo in questa stanza a cantare.
(ritx2)
Pieno di lacrime, questi occhi,
perso, nel paese dei balocchi,
siete stati i miei “marmocchi”
e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.
Il sorriso, con i ritocchi,
come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.
Scende la notte, in questa estate strana,
Senti il canto della rana.
Nel pontile della pace,
il silenzio che ci piace.
Pensavo sempre a cosa mi ha fatto venire voglia di fare l’educatore,
non ho più rancore,
ho voglia di spendere bene le mie ore.
Grazie a questa opportunità, forse data da Dio,
Io, lo stesso Dio, che bestemmio, nel mio oblio.
Un pezzo lento, come trasportati via da una barca sul fiume,
il BarLume, della speranza in un marciume,
ma in realtà, ci salverà il vostro acume.
Le generazioni future,
quel che uno riassume,
la storia del mio imparare, male comune.
Ora sto facendo quello che dovevo fare tempo fa
Studiando quello che è la strada, la crea chi si impegnerà,
a camminare nel nome della libertà,
della verità
bambini miei, ricordate Sara, e come sarà.
Imparate ad amare, perché questo educatore, amerà.
(ritx2)
Pieno di lacrime, questi occhi,
perso, nel paese dei balocchi,
siete stati i miei “marmocchi”
e ho conservato tutti i vostri scarabocchi.
Il sorriso, con i ritocchi,
come quando scende la neve, e prendi i fiocchi.
A voi ragazzi miei.
Siete indimenticabili.
Avete aperto nuovi capitoli della mia vita.